Attenzione signori miei!
Tra le milione di persone, più o meno sconosciute, il 13 marzo del 1996 morì Krzysztof Kieslowski, domani, se continueranno ad andare così le cose, saremo tutti responsabili della seconda morte del nostro amico Kies!
Non vogliamo renderci conto signori miei di cosa ci stiamo macchiando??
Un uomo, ha dato tutto se stesso davvero nella sua vita, è riuscito a terminare 3 film in 2 anni per riuscire a presentare “Film Blu” al festival di Venezia, “Film Bianco” a Berlino, “Film Rosso” a Cannes.
Il Film Blu vinse Leone d'Oro al miglior film e Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile della Binoche.
Il Film Bianco vinse l'Orso d'argento per la regia.
Il Film Rosso ottiene tre nomination agli Oscar ma poi non vinse nulla, portò a casa l'oscar invece Pulp Fiction.
Nonostante questo strepitoso successo in soli 2 anni, Kieslowski disse :
"Non mi piace la parola" successo ", e mi sono sempre difeso in maniera accanita contro di lei, perché non condivido la definizione che gli altri danno del successo. Per me il successo significa fare qualcosa che mi piace, che mi prenda, che mi faccia sentire vivo. Questo è successo per me."
Ora il povero Kies ci sta guardando, sta vedendo che nessuno apprezza la sua arte, la sua minuziosità, il suo voler entrare negli occhi dello spettatore, e il riuscire, inconsciamente a entrare anche nella sua testa; vede che un qualsiasi altro regista lo batte come se fosse carne al macello, e sono sicura che in questo momento starà appunto morendo soffocato dal suo stesso vomito per l'indignazione, e si starà chiedendo cosa sarebbe successo se avesse dedicato gli ultimi due anni della sua vita alla sua salute, magari sarebbe sopravvissuto più a lungo e non avrebbe dovuto guardare questo schifo.
Quello che chiediamo è leggere attentamente ciò che segue, valutare cosa vi siete persi, e se vorrete guardare i suoi film, anche in seguito alla votazione e cercare di apprezzare questo cavilloso regista, che tutto si merita tranne l'indifferenza che purtroppo l'ignoranza delle persone gli sta riserbando.
nutriva una sincera ammirazione per il regista polacco, infatti una volta ebbe a dire:
Il finale di Film Rosso per esempio è simbolico e capirete anche perchè, è il messaggio finale di Kieslowski, il suo testamento morale.
State attenti mentre vedete il film, perchè oltre a tutti i minuziosi dettagli, ogni protagonista del film si incrocia sebbene per qualche secondo con i protagonisti degli altri film! Oltre ai personaggi dei vari film che si incontrano, ci sono sottili legami ed allusioni agli altri colori della trilogia.
Per esempio quando Julie in Film Blu porta un pacco nella sua nuova casa, su di esso compare la scritta blanco e per strada viene affiancata per un breve momento da un uomo in blu e da una donna in rosso. Nella piscina blu dove va a nuotare a un certo punto si getta una classe di bambini con costumi bianchi e bracciali salvagente rossi.
Inoltre la scena del processo in cui Julie si affaccia brevemente quando è alla ricerca dell'amante del marito, è quella che si svolge all'inizio del Film Bianco.
Un'allusione al Film Rosso può inoltre essere vista nelle luci rossastre del distretto di Pigalle (quartiere a luci rosse di Parigi), dove Julie si reca per rispondere ad un appello di Lucille.
Gli attori(tutti dei perfetti sconosciuti tranne la Binoche) sono perfetti, ognuno ha una connotazione precisa e delineata, ogni personaggio non è banale e stereotipato, ogni personaggio vive e ci rende vivi guardandolo.
Il cineasta polacco, riesce ad ottenere tantissimo dagli attori ed è convinto ed affascinato dalle infinite capacità di montaggio per cambiare radicalmente un film; infatti monta il film più volte, almeno sei o sette; per "La doppia vita di Veronica", ha girato sette finali per realizzare diciassette montaggi!
Una nota di merito al riguardo, il povero Kieslowski sapendo che la sua ora era quasi giunta per via dei noti problemi di cuore, pur di riuscire a finire la trilogia, giro i 3 film in 2 anni, girando il blu la mattina, il bianco il pomeriggio e montando il rosso la sera. Se questo non è commovente ditemi voi cosa possa esserlo!
Krzysztof Kieslowski . film blu.
Kieslowski ci racconta qualche particolare del suo film blu, poiché trascrivere per intero il suo discorso vorrebbe dire scrivere fino a domani, la vostra umile mathilda cercherà di fare un riassunto quanto più attinente al monologo del maestro, sperando di non travisare nulla.
Analizza una scena verso il 50 esimo minuto del film in cui la protagonista, la Binoche, incontra l'uomo che si è innamorato di lei e ora lo rifiuta.
All'inizio della scena si sente una musica, non si capisce da dove derivi ma poco più lontano successivamente si vede, un musicista di strada che suona quella musica con un flauto.
Si vede una zolletta di zucchero intinta nel caffè si impregna in 4 secondi e mezzo.
La protagonista Juliette, precedentemente ha perso in un incidente marito e figlia; con questa scena si da una visione del suo mondo,concentrando la ripresa sui dettagli è come se si volesse mostrare che cerca di restringere la realtà attorno a sé come una lumaca si chiude nel proprio guscio e non volesse uscirne, che il resto non le interessa affatto.
Volutamente, la nostra protagonista si concentra sulla zolletta, ma la pignoleria mostrata dal nostro benamato Kieslowski è che il tempo in cui la zolletta è immersa nel caffè e si scurisce non deve essere superiore a 5 secondi, mentre normalmente ne impiega 8; questo perché lo spettatore non distogliesse la sua attenzione dallo schermo, a causa di un tempo prolungato.
L'eroina concentrando tutta la sua attenzione su questo particolare vuole dimenticare l'uomo che la ama, così come anche la musica che si proviene dall'esterno, che evidentemente le ricorda qualcosa di spiacevole.
La Binoche si avvicina al musicista e avviene un dialogo. Il tema ossessivo che Kieslowski ci vuole mandare è esattamente questo: “persone diverse, in luoghi diversi, per motivi diversi pensano la stessa cosa”.
Cerca di descrivere ciò che unisce le persone, come ad esempio nel caso di questa musica: due persone di ruolo sociale altamente differente, in momenti e luoghi differenti creano la stessa musica è simbolo indubbiamente di fratellanza
Krzysztof Kieslowski . film biancoA quanto pare il film doveva iniziare diversamente da come inizia in realtà.
Inizia con delle valigie cinebrivido sul trasportatore nei sotterranei di un aereoporto; il buon vecchio, Kieslowski l'ha pensata bene perché, come al solito, è quasi un controsenso con lui in effetti, in questo modo tutti e tre i film della trilogia iniziavano allo stesso modo: iniziano nei sotterranei della civilizzazione.
Il blu, inizia sotto una macchina; il bianco, come abbiamo detto ora, nei sotteranei dell'aereoporto, e il rosso con una carrellata lungo i fili del telefono.
Ora da brave scimmie spaziali vi starete chiedendo perché?? Ebbene il dottor Krzysztof Kieslowski risponde alla domanda dicendo che tutti i giorni che il buon Dio manda in terra ognuno di noi utilizza oggetti, e strumenti di una complessità mostruosa senza rendersene conto...così, superficialmente.
L'inquadratura passa dalla valigia prescelta alle gambe del protagonista, piano piano si sale e si vede per intero e si denota un mancata eleganza che spicca nel contesto in cui si trova, ciò ad evidenziare un suo essere fuori luogo.
Siccome c'era troppo scarto tra l'immagine dei piedi che arrivano al palazzo di giustizia e quella del viso, Kieslowski ebbe la genialata di utilizzare un veicolo che segnasse che il personaggio in questione fosse il protagonista, come??
Naturalmente mentre un piccione volava in cielo, il nostro uomo alza lo sguardo, ed è qui che viene appunto inquadrato e riceve della deliziosa cacca da parte del piccione.
Questo è un passaggio chiave che lo stesso regista evidenzia come un riassunto dell'intero film:
L'eroe spaventa il piccione che si alza in volo, lui lo osserva sorridendo con tenerezza, finché il piccione non gli fa la cacca sulla spalla: l'eroe si sente umiliato dalla sorta stessa.
Questo è uno dei temi fondamentali, l'umiliazione, non tanto per il piccione che fa la cacca ma perché il protagonista si è comportato in modo tanto ingenuo verso la natura, in quanto successivamente verrà proprio fregato dall'oggetto della sua ammirazione.
La ripresa della valigia, più volte inizialmente, dovrebbe far capire una ventina di minuti più tardi che significato ha la valigia che lo spettatore incontrerà nel percorso del film.
Krzysztof Kieslowski . film rossoKieslowski analizza ora una scena che per lui è il primo punto critico del film, Valentine, la protagonista passeggia con il cane, il quale improvvisamente corre fino ad una chiesa. L'immagine dell'entrata della chiesa resta diversi secondi affinché lo spettatore sia in grado di ricordare di aver già visto quel luogo.
Il maestro è convinto che accumulando molti segni durante il film lo spettatore sia costretto a notarli, quindi a rendere cosciente ciò che vede con il subconscio, mentre se ne mettesse pochi di sicuro non se ne accorgerebbe.
Dopo che il cane è uscito dalla chiesa, noi non sappiamo cosa passa per la testa di Valentine, ma sicuramente dopo un momento di smarrimento evidente, le viene un'intuizione sul luogo in cui cercarlo, c'è un gioco di luce sul suo viso, un percorso già visto, lo spettatore potrebbe già aver capito, ma ciò che conta è che da adesso in poi tutto cambia, perché il cane diventerà la calamita che attirerà lei e il padrone della casa in cui si reca uno verso l'altra, attraverso i suoi movimenti.
Il cane prima guarda lei, poi lui. Di nuovo lei, che lo chiama: ora ha un motivo per avvicinarsi, la camera si sposta su di lui, il quale può finalmente dirigersi verso Valentine.
Ora le due vite si legheranno, Valentine è caduta in una trappola che poi si rivelerà non essere tale, però lo spettatore sarà a lungo convinto che l'eroina si caduta nella pericolosa rete di una persona cattiva. Mi piace molto la frase cinebrivido che Kieslowski dice spiegando questo concetto: “abbiamo preparato con precisione l'irrazionale”.
Il decalogo è una serie di 10 film di un'ora ciascuno che interpretano i dieci comandamenti. Una serie di film ambientati nella periferia di Varsavia degli anni 80. I personaggi non sono mai gli stessi. I dieci comandamenti sono rivisti e adattati all'epoca, e le storie dei protagonisti si confrontano con la morale e la fede. La contrapposizione tra scienza e religione (e quindi tra razionalità e irrazionalità) lascia spazio alle valutazioni personali dello spettatore sulla esistenza o meno di un dio (soprattutto nel primo e nel secondo episodio). In questi dieci film, le esistenze dei personaggi sono piccole (nel senso che sono mostrate come quello che sono: la vita di ognuno non è nulla nel complesso, ma importante per ciascuno di noi), e lo sono anche i loro problemi. Non si può fare a meno di notare il ritmo lento che ogni film ha, e anche l'essenzialità di ogni inquadratura. Tutto ciò che è superfluo alla narrazione viene lasciato fuori dal campo visivo della cinepresa e quindi dello spettatore, in modo da focalizzare l'attenzione sul messaggio che vuole far passare il regista.
Il regista si concentra su quanto accade nei personaggi più che su quello che accade intorno a loro.