Vedo che neil già ha iniziato a intraprendere questo discorso, seppur senza essere a conoscenza della mia idea…
Ciò di cui vi voglio parlare è Arancia Meccanica, di Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess.
Tutti noi sappiamo benissimo di cosa tratta il film, proprio per questo mi arrogo il diritto di parlarne liberamente senza paura di svelare parte della trama a chi eventualmente non lo avesse visto.
Ciò che maggiormente mi ha colpito è aver letto all’interno di una lettera scritta dal sopracitato Burgess, che la propria moglie, a tempo debito, in quanto il libro è parecchio indietro con gli anni (1962) fu stuprata e picchiata da tre disertori americani a Londra.
Ora voi direte, che ci sarà di così particolare da farlo essere la cosa che maggiormente mi ha stupito?
Beh il fatto che, leggendo il libro, ho notato una vena di assoluto cinismo nell’autore, raccontando, o meglio facendo raccontare ad Alex determinati fatti, poco piacevoli, e che io per lo meno, non credo riuscirei a raccontare se fossero successi a me o qualcuno di davvero caro, in maniera così….divertente!
Premetto che arancia meccanica (immagino si sia capito dalla campagna pro-Kubrick che feci) è un film che mi piace davvero molto, e ora, dopo aver letto il libro, ancora di più!
Ognuno di noi sa quali scene più o meno vengono proiettate nel film, quali parole vengono dette…il vecchio vaevieni viene recitato come se si parlasse di fare le uova al tegamino, oppure quando Alex dice di somministrare una dose di ultraviolenza sembra come se dicesse in effetti devo farmi una doccia…dopo un po’ sono parole, e azioni che quasi entrano nella tua normalità, anzi secondo alcuni sono anche istigatorie….
Come per fight club, in parte, si parla di violenza gratuita all’interno di arancia meccanica, si parla di volgarità ed oscenità…signori miei, niente di tutto ciò vi garantisco….
Alex viene visto, dal suo autore, e dal suo sceneggiatore e regista nel film , come un malvagio che ha deciso di intraprendere un cammino prettamente cattivo, senza essere influenzato dalla società, infatti i suoi genitori sono brave persone, amorevoli che gli danno tutte le attenzioni necessarie; viene mostrato a noi come se rispecchiasse la vera natura dell’uomo, cioè il desiderio intrinseco in ognuno di noi di picchiare, uccidere, violentare, ma che poi ci teniamo dentro per rispettare le regole imposte dal sistema, nel film, appunto lo Stato.
In parole povere chi di noi disprezza Alex, insieme a lui arancia meccanica, secondo Burgess e Kubrick, e per il mio onesto parere anche, non è altro che qualcuno che nasconde la testa come uno struzzo nella terra per non voler rendersi conto che effettivamente non si è solo buoni o solo cattivi.
Kubrick dice questo: “Alex a livello onirico rappresenta l’inconscio. L’inconscio non ha coscienza. Nel proprio inconscio, ciascuno di noi uccide e violenta. Chi ama il film avverte questa sorta di identificazione; l’ostilità di chi lo detesta nasce dall’incapacità di accettare chi si è realmente […]”
Il dilemma di questo film, ed è qui che volevo arrivare, è porre il quesito se è giusto privare una persona, per quanto possa essere malvagia e riprovevole, della possibilità di scegliere come comportarsi, e scegliere di avere comportamenti eticamente buoni, o eticamente cattivi o se al contrario bisognerebbe lasciare ognuno di noi libero di scegliere come vuole comportarsi.
Una persona che è costretta a scegliere il bene non è altro che un automa, non vuole quello che sceglie, ma è destinato a sceglierlo cmq, per tutta la vita, odiando la vita stessa, perché sente che non gli appartiene più; una persona che può scegliere cosa fare della propria vita è qualcuno che magari in quel momento sceglie qualcosa di cattivo, e deve essere punita per questo, ma non gli si può togliere a prescindere la possibilità un giorno davanti a una nuova scelta di fare il bene, in questo modo, noi ci arroghiamo il diritto di scegliere per gli altri cosa è giusto fare.