L'albero della vita - The fountain
Regia: Darren Aronofsky
Attori principali: Hugh Jackman, Rachel Weisz, Ellen Burstyn, Mark Margolis, Donna Murphy
Dal punto di vista della regia non c'è molto da dire, Aronofsky è una sicurezza. Belli gli effetti speciali anche se non si tratta di un film di azione, la fotografia curata da Mathew Libatique, e la musica di Clint Mansell.
In breve la storia tratta di un uomo (Hugh Jackman), di professione ricercatore medico, la cui giovane moglie (Rachel Weisz) è malata di cancro al cervello. Nel disperato tentativo di trovare una cura, il marito si dedica pienamente alla ricerca di un nuovo farmaco. La moglie nel frattempo scrive un libro che racconta la storia di un conquistador (hugh Jackman) incaricato dalla regina di Spagna (Rachel Weisz), assediata da un inquisitore assetato di potere, di partire alla ricerca di un albero che secondo le leggende Maya sarebbe l'albero della vita, che venne nascosto da dio dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden.
Una terza Storia si intreccia con queste due: quella di un astronauta che viaggiando verso una nebulosa di nome Xibalba, spera di raggiungere la vita eterna.
Questo film solleva un primo quesito che personalmente ho trovato palese, ovvero, se sia più importante cercare disperatamente un rimedio ad una situazione che essenzialmente non riusciamo a controllare, oppure stare vicino alla persona che si ama e passare insieme gli ultimi istanti di felicità. Si possono sicuramente riscontrare sentimenti di frustrazione e rimpianto per quello che il protagonista ha cercato di fare. Lui cerca di un modo per salvare la moglie ma allo stesso tempo cerca di starle il più vicino possibile. Forse sul finale si lascia intendere che una delle due soluzioni sarebbe stata la migliore da seguire.
Un altra questione sollevata è quella secondo la quale raggiungendo la consapevolezza di aver vissuto quello per cui vale la pena vivere, questa stessa consapevolezza ci fa accettare la morte con più serenità.
Infine, per quanto mi riguarda, l'ultimo aspetto da analizzare attraverso una metafora: "[...] è una nebulosa che avvolge una stella morente. [...] Un giorno, molto presto esploderà, dando alla luce nuove stelle."
L’approccio filosofico alla morte è dunque il tema principale di questo film. Il regista riesce secondo me a rappresentare bene e in modo originale questo tema, senza scadere nella banalità. C’è da dire inoltre che la rassegnazione e la consapevolezza della morte vengono accettate per mezzo di una fede, una credenza, qualunque essa sia.
Ritroviamo due attori di “Requem for a dream”, Ellen Burstyn (che invece di invecchiare sembra ringiovanita) e Mark Margolis. Molto bravi anche i due attori principali, che vestono i panni di tre personaggi diversi.
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