LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

lunedì 15 dicembre 2008

PERSONAGGIO #60: IL MOSTRO.


Nome: Il Mostro.

Interpretato da: Boris Karloff.

Film in cui è apparso: Frankenstein(1931), La Sposa di Frankenstein(1935)


Citazione più rappresentativa: “Da solo brutto, amico bello!”


Scena più rappresentativa: Quando per la prima volta il Mostro sorride perché la bambina non ha paura di lui.


Box Office(USA): 12M$.


Awards: Nessuno.

Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (da Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini, dizionario del film 2007, Zanichelli)

Un capolavoro del cinema dell'orrore: girato con uno stile spoglio e fluido (così da lasciare molto spazio alla scenografia e conseguentemente all'atmosfera opprimente), il film evita gli effetti troppo facili o le scene troppo cruente (anche per non urtare la sensibilità del pubblico di allora), ma riesce a descrivere i pericoli e le tentazioni della scienza e contemporaneamente a fare della creatura una "rappresentazione simbolica e metafisica dell'uomo, tormentato e diviso tra la riconoscenza e l'odio per un creatore che l'ha fatto così imperfetto" [Lourcelles]. Celeberrime le scene del laboratorio, dell'incontro tra il mostro e la bambina e del tragico finale, dove la folla brucia il mulino in cui si è rifugiato il mostro. La maschera di Boris Karloff, capolavoro del truccatore Jack Pierce, è diventata uno dei più classici simboli dell'orrore. (da Paolo Mereghetti, Il Mereghetti – Dizionario dei film 2008, Baldini Castoldi Dalai editore)


Tutti conosciamo la storia di Frankenstein, inutile soffermarsi sopra. Ci sono state molte versioni di questo celebre mostro, ma solo una merita ed è quella di James Whale, uno dei piu grandi registi d'horror di tutti i tempi. Non avendo molto tempo, copio incollo da Wikipedia.

Frankenstein è un film di fantascienza/horror del 1931 diretto da James Whale, tratto dall'omonimo romanzo di Mary Shelley.

James Whale regala al cinema il suo capolavoro: Frankenstein. Colin Clive è il dott. Frankenstein che, sfidando tutte le leggi imposte alla condizione umana, si cimenta nell'impresa più emozionante che l'uomo abbia mai intrapreso: ricreare la vita.

Nel 1991 la pellicola è stata scelta per essere preservata nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserita all'ottantasettesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.

Alla Universal Pictures naturale candidato al ruolo del mostro, dopo il successo in Dracula, era Bela Lugosi. Pur avendo effettuato dei provini, l'attore di origini magiare ritenne che un personaggio muto - nonostante gli effetti comici prodotti dal suo inglese - e che avrebbe reso irriconoscibile il suo volto, non rendesse sufficiente giustizia alla sua recente fama.


Collaboratore alla prima stesura del soggetto e primo candidato regista fu il franco-americano Robert Florey, a cui si deve il permanere, nell'edizione finale, di un evidente debito nei confronti dell'espressionismo tedesco. Fu poi scelto il regista di origini inglesi James Whale. A lui si devono le scelte di Boris Karloff, del tormentato Colin Clive, che aveva diretto nel lavoro teatrale Journey's End e di Mae Clarke, che aveva interpretato la parte di una prostituta nel suo film Waterloo Bridge.

Il trucco del mostro, anche se i meriti devono essere divisi con James Whale, si deve a Jack Pierce, mago del trucco Universal, poi creatore anche dei make-up di L'uomo lupo e La mummia. A lui si debbono la testa piatta (troncata alla sommità), l'osso frontale e le sopracciglia del mostro, ottenute con la sovrapposizione di strati di mastice, cotone e collodio. Per esaltare le fosse sulle guance, Boris Karloff doveva anche sottoporsi all'estrazione di un ponte dentale. Le operazioni di trucco e strucco richiedevano, quotidianamente, sei ore. Le due appendici metalliche, ai lati del collo, comunemente ritenute chiodi, sono, in realtà, elettrodi da cui il mostro doveva ricavare l'energia vitale.

Oltre all'introduzione iniziale, voluta espressamente dal produttore Carl Laemmle, per vincere la resistenza canadese alla diffusione del film sul proprio territorio (ma divieti si ebbero anche per la Svezia, la Cecoslovacchia, l' Australia), altri elementi aiutano ad illustrare l'audacia del film, per i propri tempi. Dal 1937, improvvisamente, le scene in cui il mostro lancia in acqua, provocandone la morte, la bambina e in cui il barone Frankenstein, dopo aver dato la vita alla creatura, esclama " Ora so cosa significa essere Dio" scomparvero dalle pellicole proiettate nelle sale, e successivamente da quelle trasmesse in televisione.

Frankenstein fu seguito da una serie di film a cominciare con La moglie di Frankenstein del 1935, che è considerato da alcuni il miglior film della serie (in parte per il fatto che in questa pellicola il mostro parla). Elsa Lanchester interpreta la sposa di Frankenstein.


Nel 1939 fu prodotto il secondo sequel, Il figlio di Frankenstein. In questo film Karloff interpreta per l'ultima volta il Mostro. Basil Rathbone interpreta il baron Wolf von Frankenstein e Lionel Atwill l'ispettore Krogh. Nel film recita anche Donnie Dunagan (che prestò la voce al film della Disney Bambi) che interpreta il nipote di Frankenstein, Peter. La serie continuò e si concluse nel 1948 con Il cervello di Frankenstein.

Il film di Mel Brooks Frankenstein Junior è la parodia dei primi tre film della serie.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mamma mia che brutto ragazzi! pero questo film pensate l'ho visto tanto tempo fa e me lo ricordo ancora!

quando lui sorride alla bambina è una scena speciale ti fa capire davvero la tenerezza di questo essere che in maniera superficiale sembra un mostro senza sentimenti mentre non è cosi!

secondo me merita assolutamente questo posto in classifica è un film cult1

vi consiglio anche l'uomo invisibile sempre dello stesso regista davvero super1!

altro che romero Neil:)

voi ragazzi lo avete visto? locke?

Anonimo ha detto...

Si come personaggio non poteva mancare nella classifica.
Anche io l ho visto parecchi anni fa e lo ritengo bellissimo.Ho visto anche l uomo invisibile e concordo con Xero però dai Romero nn e poi cosi pessimo Neil si deve criticare solo per il criceto!!!!!!!!!!!!!
PS Peccato che la tv releghi questi film importantissime in orari improponibili.....

Anonimo ha detto...

sei un fan di romero dunque locke? non ci credo dai!

perlomeno questi film vengono trasmessi pensa quelli della campbell che non li fanno nemmeno a mezzanotte ahahahha

Anonimo ha detto...

No nn sono un fan sfegatato ma i suoi film sugli zombie dai son belli almeno lui si può definire regista mentre il criceto si puo definire attrice?????