Ho deciso di accogliere l'invito di Neil e Mathilda a creare un post per Ingmar Bergman. Non so quanto possa interessare, ma almeno non potrò dire di non aver provato fino in fondo ad esprimere le mie convinzioni. Nulla di lungo, solo una breve analisi personale.
Ingmar Bergman è stato un regista, sceneggiarore di cinema, teatro e televisione e scrittore molto prolifico. In circa 60 anni ha diretto più di 50 film per non parlare delle produzioni teatrali (più di 100) e scritto 8 libri.
E considerato uno dei più grandi registi del '900. Cresciuto secondo i precetti del padre, pastore luterano, ritroviamo nei suoi film la ribellione contro questi stessi insegnamenti, ma anche la ricerca di conferme. I personaggi messi in scena aprono le loro anime allo spettatore e mostrano il lato più profondo dell'uomo, le paure, la solitudine, la rassegnazione. Il tutto in un periodo in cui l'unica tecnologia disponibile era la pellicola in bianco e nero. Bergman riesce a realizzare una perfetta combinazione tra l'essenzialità delle immagini e le innumerevoli sfaccettature dell'animo umano. Insieme a questo, riesce a combinare anche l'amarezza dell'inesorabilità degli eventi con la poesia e un'ironia spesso inaspettata.
Mi voglio soffermare su due dei suoi più grandi capolavori: "Il settimo sigillo" e "Il posto delle fragole".
Sono due film che trattano della morte, nel primo rappresentata come personaggio vero e proprio, nel secondo come costante e angosciosa conclusione della vita. Da notare la tecnica adottata, e cioè la staticità delle immagini, molto più simili alla visione di uno spettatore di teatro che di cinema. La recitazione degli attori viene messa in risalto negli innumerevoli primi piani.
Due epoche diverse per questi due film: uno ambientato nel medioevo, e quindi in un periodo in cui imperversa la religiosità, e alla quale il cavaliere Block si ribella invano, e l'altro negli anni 50. Due storie parallele, e molti temi in comune: la paura della morte, il viaggio, la rassegnazione.
Il cinema di Bergman è per il sottoscritto una bellissima rappresentazione dei sentimenti più semplici e profondi che si possano provare; è come tornare all'infanzia e provare le stesse cose di allora, non avendo in mente tutte quelle complicazioni che l'uomo si crea. Il posto delle fragole rappresenta ancora meglio questo concetto. L'anziano protagonista infatti cerca nei ricordi la semplicità di quella vita infantile.
Nel ricordare questo grande regista scomparso il 30 luglio di quest'anno, spero di aver suscitato come minimo un po di curiosità in chi ha letto.