LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

lunedì 29 dicembre 2008

gioco dei cocomeri




allora ecco la nuova foto.....





e questo è solamente un maggio a neil....c'era anche questa scena nel film e volevo immortalarla...^_^

domenica 28 dicembre 2008

un due tre...pelato!



Il prossimo sondaggio previsto è votare due tra i monologhi presentati..siccome sono stati scelti una grande quantità di citazioni, il sondaggio è stato suddiviso in due blocchi..

per il momento i film proposti sono i seguenti con affiancata la citazione in modo che tutti l'abbiano ben presente!


I monologhi da noi scelti, sono tutti estremamente famosi, ma oltre alla parte puramente ludica, è un invito a rileggerli per ricordarli e riviverli...se questo vi può indurre a rivedere questi capolavori..ben venga!



Novecento in “La Leggenda del Pianista sull’oceano


Tutta quella città... non si riusciva a vederne la fine...
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?
Era tutto molto bello, su quella scaletta... e io ero grande con quel bel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c'era problema.
Non è quello che vidi che mi fermò, Max
È quello che non vidi.
Puoi capirlo? Quello che non vidi... In tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine.
C'era tutto.
Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita.
Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se tu.
Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai... Quella tastiera è infinita.
Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.
Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche soltanto le strade, ce n'erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voi laggiù a sceglierne una.
A scegliere una donna.
Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, e quanto ce n'è.
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità, solo a pensarla? A viverla...
Io ci sono nato su questa nave. E vedi, anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta. E di desideri ce n'erano, ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato a vivere in questo modo.
La terra... è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.
Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita. In fin dei conti è come se non fossi mai nato; sei tu l’eccezione Max, solo tu sai che sono qui, sei una minoranza non ti resta che adeguarti.

Perdonami amico mio, ma non scenderò.

..hei Max, già me la vedo la scena arrivato lassù, quel poveraccio che cerca il mio nome nella lista e non lo trova “come avete detto che vi chiamate?”; “eh, Novecento”; “mah..Nodischi, Nodebartolo, Noternicola, Nottola, Novaris; Novac.”; “è che sono nato su una nave signore”; “come prego?”; “ehm, sono nato su una nave, non so se risulta li sopra…”; “aaaah!naufragio?!”; “no, no, 6 quintali e mezzo di dinamite…buuum!”; “ma adesso vi sentite bene?”; “si benissimo, però ho perso un braccio”; “un braccio?”; “si, nel’esplosione”; “ah..dovrebbero essercene un paio di la..qual è quello che vi manca?”; “il sinistro”; “ahia…mi dispiace moltissimo..mi pare proprio che ci sono rimasti soltanto due destri..”; “2 bracci destri?”; “già…voi avete qualche problema a prendere….?”; “ a prendere cosa?”; “diciamo così..un braccio destro al posto del sinistro…”; “ah! In linea di massima meglio un braccio destro piuttosto che niente”; “è quello che penso anch’io! Incidentalmente si tratta di un braccio nero e di un braccio bianco”; “oh no no…tinta unita, tinta unita per favore! Niente, niente contro i neri per carità! Figuriamoci! È solo una questione di estetica!”

..c’è poco da ridere Max, sai che fregatura tutta l’eternità con due destri?! E come lo fai il segno della croce?!

Ehi Max, sai però che musica con due mani destre??... se solo lassù riesco a trovare un pianoforte!



John Milton in “L’Avvocato del Diavolo


Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio: a Dio piace guardare! È un guardone giocherellone! Riflettici un po': lui dà all'uomo gli istinti... ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo bravo, cosmico, spot pubblicitario del film! Fissa le regole in contraddizione! Una stronzata universale! Guarda, ma non toccare... tocca, ma non gustare... gusta, ma non inghiottire! E mentre tu saltelli da un piede all'altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista, un gran sadico! È un padrone assenteista! Ecco che cos'è! E uno dovrebbe adorarlo? NO, MAI!



La sposa in “Kill Bill vol.1


O-Ren Ishii era nata in Giappone in una base militare americana a Tokyo. Metà giapponese e metà cinese, la mocciosa dell'esercito americano fece il suo primo incontro con la morte a nove anni, tanti ne aveva quando assistette alla morte dei suoi genitori per mano di uno dei più spietati boss della Yakuza, il boss Matsumoto. Giurò di vendicarsi. Per sua fortuna, il boss Matsumoto era un pedofilo. A 11 anni ebbe la sua vendetta... A vent'anni era già una delle migliori donne killer al mondo. A venticinque fece la sua parte nell'uccisione di nove innocenti, compresa la bimba che portavo in grembo, in una piccola cappella a El Paso, Texas. Ma quel giorno di quattro anni fa, fece un solo grossissimo errore: avrebbe dovuto ucciderne dieci.



Oh Dae Su in “Oldboy


Un tatuaggio all'anno. Ogni cinque anni chiudo il tatuaggio e ne inizio un altro. Forse l'anno prossimo sarà più facile. Più numerosi i tatuaggi, più corto il bastoncino. Più corto il bastoncino più largo il buco nella parete. In ogni modo, il tempo scorre veloce. Nove anni. Dieci anni. Undic'anni. Dodic'anni. Tredic'anni. Quattordic'anni. Tra un mese sarò fuori. Sarò fuori tra un mese, libero. Tra un mese me ne vado, me ne vado via. Tra un mese uscirò. Un mese esatto e sarò fuori. Una volta fuori mi servirà del denaro. Come farò per procurarmelo, furto, rapina?. Che mangerò per prima cosa? Qualsiasi cosa ma non ravioli fritti. Qualsiasi altra cosa andrà bene e poi comunque dove sono adesso, a giudicare dai clacson deve essere una città. La cosa più importante è sapere a che piano sono. E se buco la parete e mi ritrovo al 52esimo piano anche se dovessi precipitare e morire sarei comunque fuori, libero. Tra un mese sarò fuori. Ancora un mese e sarò libero.



William Wallace in “Braveheart


Siete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete: senza libertà cosa farete? Combatterete? Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po'... Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!



Charlie Chaplin in “Il Grande dittatore

Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!

Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo". Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore! Che dia a tutti gli uomini lavoro; ai giovani un futuro; ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavi il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!

Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia. Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano: comincia a splendere il Sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità, verso la luce e vivremo in un mondo nuovo. Un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto, Hannah! L'animo umano troverà le sue ali, e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù.

gioco dei cocomeri

Nuova foto:

29/12/2008
dalle ore 22 alle 24

venerdì 26 dicembre 2008

un due tre...pelato!

Bene signori miei....qui abbiamo i 3 film di chaplin a cui il nostro pubblico ha assegnato un maggior numero di voti..

Il grande dittatore 30 voti
Tempi moderni 26 voti
Il monello 24 voti

A presto il nuovo sondaggio..

martedì 23 dicembre 2008

Madagascar 2(Movie #46)

Il film inizia con Alex quando era un cucciolo che viene strappato dai suoi genitori e dall’Africa dai cacciatori che lo porteranno poi allo zoo di New York dove si farà molto apprezzato dal pubblico e dove conoscerà i suoi amici Marty, la zebra, Gloria, l’ippopotamo e Melman la giraffa.

Avevamo lasciato i nostri amici alla fine del 1° episodio in Madagascar dove vi erano arrivati dopo essere caduti dalla nave che li stava riportando a casa e qui avevano conosciuto la colonia di lemuri capeggiata da Re Julien. Ora sperano che un aereo precipitato lì riescano a risistemarlo e tornare a casa. L’aereo vola ma il suo tragitto non è molto lungo e precipita in Africa, in una riserva abitata da numerosi animali delle loro stesse specie: Marty si unisce alla mandria di zebre, Melman alle giraffe di cui diventa lo stregone-medico, Gloria agli ippopotami e fa colpo su uno di loro Moto Moto e Alex rincontra i suoi genitori, ma per entrare a far parte ufficialmente del branco deve sostenere un combattimento contro un altro leone, ma con l’intervento di Makunga, un leone che ha sempre voluto essere il leone Alfa, viene sconfitto e quindi viene bandito.

La savana però poi subisce una secca e la pozza d’acqua si prosciuga questo dovuto alla costruzione di una diga da parte di alcuni essere umani che si trovavano a fare un’escursione nella savana e vengono derubati delle loro jeep da aperte dei pinguini i quali sperano di riuscire a riparare l’aereo precipitato.

Alex decide di risalire il fiume per vedere da cosa dipende il problema ma qui viene catturato dagli umani capeggiati dalla vecchietta presente anche nel primo, e viene salvato dal padre, che dopo la sconfitta subita lo aveva considerato un falso leone.


Intanto Re Julien vuole ottenere l’acqua facendo un sacrificio agli dei che prevedeva che qualcuno si gettasse nel vulcano; Melman si offre volontario in quanto gli era stato detto che gli rimanevano solo due giorni di vita ma così non era e viene salvato da Gloria che si accorge, dopo che lui si è dichiarato, che vale molto di più dui quello che pensava e che a differenza di Moto Moto più sincero e non attratto solo dal fisico.

Alex quindi,con l’aiuto dei suoi amici, dei pinguini e degli scimpanzé, riporta l’acqua nella pozza e viene accettato dal branco e insieme al padre diventano due Leoni Alfa.

I 4 animali si potranno godersi per un po’ la vita selvaggia e chissà se tra 6-9 mesi (tempo stimato dai pinguini per aggiustare l’aereo) ripartiranno per tornare a New York?


Un film davvero divertente e anche se la storia è semplice. I personaggi, soprattutto i pinguini fanno morire dal ridere e anche la vecchietta che ormai è diventata quasi protagonista da un ruolo secondario nel primo film molto simpatica.
Ovviamente poi non manca la divertentissima canzone "Mi Piace Se Ti Muovi".

VOTO:



lunedì 22 dicembre 2008

Il Cosmo sul Comò (Movie #45)


Dopo quattro dal loro ultimo film Tu La Conosci Claudia?, escluso Anplagghed, il trio composto da Aldo Giovanni e Giacomo è tornato con il film Il Cosmo Sul Comò.

Il film è strutturato in quattro episodi separati da un quinto in cui i tre interpretano tre monaci, Giovanni il maestro e Aldo e Giacomo i discepoli intenti a raggiungere la saggezza.


I quattro episodi riguardano: il primo intitolato Milano Beach, in cui hanno tutti e tre delle famiglie e si riuniscono, come tutti gli anni per passare insieme l’estate, ma poi la moglie di Giacomo si ribella perché è stufa del solito posto e viene appoggiata da tutti gli altri famigliare stufi anche loro e finisce che si ritrovano a passare l’estate dentro lo stadio.


Il secondo L’Autobus del Peccato vede Giacomo come parroco d una Chiesa, Giovanni sacrestano e Aldo amico dei due che si innamora di una commessa di un negozio di animali che frequenta anch’essa la Chiesa. La situazione si accende quando Aldo trova una misteriosa valigetta…


Il terzo Falsi Prigionieri vede i protagonisti come soggetti di diversi quadri in una pinacoteca. Aldo però stufo di essere chiuso in un quando trova la soluzione e riesce a fuggire, rifugiandosi in un altro quadro in dolce compagnia e scatena la voglia di fuggire anche agli altri personaggi tra i quali vi erano Napoleone, la Dama con l’Ermellino ecc.


L’ultimo episodio Temperatura Basale vede come protagonista principale Giacomo che ha problemi con la moglie in quanto non riescono ad avere figli, a differenza dei loro amici e Giacomo, essendo avendo lui il problema, si sottopone quindi a vari trattamenti di tutti i tipi.



I vari episodi hanno una trama semplice e sono resi movimentati dalle simpatiche e divertenti interpretazioni dei tre comici accompagnati da altri personaggi altrettanto divertenti.


VOTO:

domenica 21 dicembre 2008

Il gioco del Tonno Ciccione


Ragazzi, è tornato il gioco del Tonno ciccione!
Scusate la lunga assenza, ma ho una citazione da un film che mi è piaciuto moltissimo, e volevo condividerla con voi; eccola!

"Non ho niente da dire che possa essere detto. Avrei preferito il silenzio, il mio più fedele amico. Elegante, infallibile, adatto a tutto. Ma per quanto sia stato capace di vivere nell'isolamento più completo, mi assale ora l'assurdo desiderio di ringraziare, scusarmi, dare una spiegazione, un segno. Quale, non saprei..."

Stavolta dovrebbe essere abbastanza complicato, spero vi piaccia!

FERRO 3 - la casa vuota (2004)

storia pazzesca....non starò a raccontarvi in cosa consiste....è uno spasso rendersi conto, poco per volta di cosa fa Tae Suk per vivere...nomade per professione, libero nell'animo e nella mente incontra casualmente una donna, Sun Hwa, di cui non sa assolutamente nulla, e lei senza nessun timore lo accoglie come se sapesse tutto di lui....

Sembra quasi una scelta ragionata quella del regista in contrapposizione con il film precedente: mentre in primavera, estate, autunno, inverno... e primavera un unico paesaggio era al centro dell'attenzione dello spettatore, visto dall'esterno in tutte le sue angolazioni, e l'interno del tempio-palafitta era presentato sempre dalle stesse prospettive; in Ferro3 ci sono un'infinità di luoghi in cui si svolgono le vicende dei protagonisti, e forse la cosa più particolare secondo me è che in tutte le case c'è una visione completa, ogni minimo angolo viene mostrato e in ogni parte della casa avviene qualcosa, la foto “ricordo”, vengono lavati i panni, aggiustati gli oggetti ecc.....ma di tutte le abitazioni della parte esterna viene fatto vedere solo la facciata anteriore, nient'altro...sembra quasi fatto apposta...come se volesse Ki Duk dire che per ritrovare noi stessi è necessario porre la massima attenzione sul distacco dagli oggetti esterni a noi, come se non avessero la minima importanza (notare l'arredamento spoglio del tempio in primavera, estate, autunno, inverno...e primavera), ma assolutamente da affiancare alla conoscenza vera di chi ci è intorno, non fermarsi all'apparenza ma entrare nell'animo altrui, studiarlo in lungo e largo, comprenderne la personalità, le qualità, i difetti ed accettarli per come sono, cercando solo di dare il proprio contributo per aiutare l'altro e crescere noi stessi.



Attribuisco il significato di se stessi o degli altri prendendo in considerazione l'appartenenza o meno dell'abitazione! Inoltre i minuti dedicati alla cella della prigione mi hanno fatto molto riflettere, difatti della prigione si vede solo il metro davanti alla porta, ma la telecamera si addentra perfettamente nella cella, segue i movimenti del personaggio in ogni minimo particolare, tutti i suoi spostamenti aggraziati e armoniosi, quasi come se volessero arrivare sempre più in là nella stanza, come se vi scavasse, roteando all'interno.

Ferro 3 è stato il secondo film di Ki Duk che io abbia visto, e anche se in minima parte scossa, nonostante sia abituata e gradisca i film “silenziosi”....ho molto apprezzato i film di Kitano, come tutti gli assidui lettori sanno adoro Park e figuriamoci che Chaplin per me è il migliore....tutto questo non è bastato per non lasciarmi sorprendere, piacevolmente, da Ki Duk!

I lunghissimi momenti di silenzio, gli sguardi che dicono più di 100000 parole, l'assenza totale di musica sono senz'altro caratteristiche che apprezzo particolarmente in un film...ma e dico MA qui c'è ben altro amici miei!

Non dirò cosa lo rende così speciale, ma vi assicuro che io sono rimasta a bocca aperta.

Sun Hwa si trova in una pessima situazione: legata mani e piedi, metaforicamente parlando, a qualcuno di cui non vuole sapere nulla. I suoi sentimenti e i suoi stati d'animo si comprendono perfettamente grazie ad una successione di sguardi, estremamente intensi, di gesti, di movimenti, di scelte che Sun Hwa compie e che trovano conforto e appoggio negli atteggiamenti di Tae Suk.



Due persone che fino ad un momento prima non hanno mai condiviso nulla nella loro vita, neppure l'aria che entrava loro nei polmoni, ad un tratto si trovano a compatirsi ed a spalleggiarsi a vicenda; sembra che si completino in ogni azione, ciò che non fa lui è subito susseguito da lei e viceversa, sono come pane e burro, come dice Forrest Gump riferendosi a se stesso e a Jenny...c'è quella complicità che nemmeno nelle coppie più affiatate si ritrova..una bellissima storia d'amore basata su grandissime interpretazioni, emozioni intense, trasmesse da sguardi vivi, appassionati, sinceri, trasparenti; il linguaggio del corpo è predominante, e per capire la storia, e per le scene di assoluta fisicità che non mancano cmq.

Le azioni sono sempre molto lente, non c'è mai fretta, sembra che il tempo sia dilatato quando la telecamera si posa su Tae Suk o su Sun Hwa, sembra scorrere più lentamente, come se lo stesso regista volesse mostrare una vita che prosegue nella più beata pace dei sensi, senza alcuna preoccupazione, innocente e limpido nella sua finezza.

Secondo il mio parere viene anche messa in risalto la differenza tra Tae-Suk e l'altro personaggio maschile....da un lato forse è anche troppo idealizzato, ma certo non risulta essere perfetto...uno non vanta certo sicurezza economica da offrire alla propria donna, né a se stesso, non possiede niente e niente desidera, non si può definire esattamente un “bravo ragazzo”, malgrado ciò è completamente contrapposto al sua antagonista.

L'altro è in grado di fornire una grossa stabilità economica e sociale, dall'esterno, se si esclude la vita privata è un uomo affidabile e serio, ma come dice un vecchio proverbio “i guai della pentola li sa solo il mestolo”, chi è al di fuori di una certa situazione non può conoscerla e non sapere come effettivamente si svolgano le cose...questo gli permette di essere arrogante, oppressivo, un porco patentato.

Nel film non ci sono scene di sesso, ma ci sono le scene antecedenti o successive; ebbene anche la sensazione che da un personaggio rispetto all'altro sono in controversia....è incredibile pensare allo stesso atto in due maniere esattamente opposte, l'una come una violenza, subita con ribrezzo e quasi distacco, l'altra si percepisce come un atto di amore, in cui non domina la perversione o la dominazione dell'altro, ma la conseguenza naturale dell'affidamento totale verso l'altro come segno di piena fiducia e sentimenti che superano le semplici percezioni corporee.

mi piace pensare che siamo noi a costruire la felicità, l'incontro con una persona speciale, anche se siamo costretti ad abbandonarla può cambiare la nostra vita radicalmente... qualcosa che prima rappresentava solo una grande sofferenza, e non si aveva il coraggio e la forza di sopportarla, possiamo sostenerla se pensiamo che questa persona ci stia vicino e non ci abbandoni, viva o morta che sia....purché non dimentichiamo le cose che questa persona ci ha trasmesso, ci ha insegnato...le persone non muoiono mai se continuano a vivere in noi; se noi, con i nostri gesti, le nostre azioni, i nostri sorrisi continuiamo a pensarle, a ricordarle, la nostra felicità non potrà risentirne, il senso della vita non verrà spazzato via, ma semmai sarà rinvigorito per non perdere la memoria di chi ci sta davvero a cuore...almeno io l'ho inteso così!



Histoire folle...je ne vous la raconterai pas...c’est quand meme marrant de se rendre compte, tout au long de l’histoire de ce que fait Tae Suk pour survivre...nomade par profession, libre dans l’ame et dans l’esprit il rencontre par hasard une femme, Sun Hwa, dont il ne connait absolument rien, et celle-ci sans aucune peur l’abrite chez elle comme si elle le connaissait..

Il semblerait presque un choix rationnel celui du metteur en scène de se mettre en contrapposition avec le film précédent ; tandis que dans printemps, été, automne, hiver...et printemps un unique paysage était au centre de l’attention du spectateur, vu de l’extérieur sous tous les angles,et l’intérieur du temple était représenté toujours par les memes prospectives ; dans Les Locataires, il existe une infinité de lieu où se déroule l’action des protagonistes et peut etre la chose la plus particuliére selon moi est que dans toutes les maisons nous avons une visione compléte, chaque angle est dévoilé et dans chaque partie de la maison quelquechose se déroule, la photo « souvenir », les vetements sont lavés, les objets réparés ecc...mais de toutes ces abitations la partie externe est montrée seulement la façade antérieure et rien d’autre...on dirait que cela soit fait exprès....comme si Ki Duk voulait nous dire que pour retrouver soit meme il est nécèssaire de se détacher des objets qui nous entourent, comme s’ils n’avaient aucune importance ( noter par exemple le temple très vide à l’intérieur) et au contraire de se concentrer vers les personnes qui nous entourent, de ne pas s’arreter aux premiéres impressions mais de rentrer dans l’ame d’autrui, l’étudier de long en large, comprendre la personalité, les qualités, les défauts et les accepter, en essayant uniquement de donner son propre contribut pour aider le prochain et d’ améliorer nous meme.



J’attribue le sens de soi meme ou des autres en prenant en considération l’appartenance ou non à l’abitation ! en plus les minutes incentrés sur la prison m’ont beaucoup fait réfléchir, en fait la prison est prise uniquement d’un metre devant la porte, mais la caméra rentre parfaitement dans la cellule, suit tous les mouvements gracieux et armonieux du personnages comme si elle voulait creuser encore plus et se diriger toujours plus loin.

Les Locataires a été le deuxiéme film de Ki Duk que j’ai vu, et malgré mon habitude et mon amour pour les films silencieux comme ceux de Kitano ou ceux de Park, pour ne pas parler de Chaplin qui reste pour moi le meilleur, tout cela n’a pas réussi à me laisser surprendere, positivement par Ki Duk !


Les très longs moments de silence, les regards qui expriment plus de 10000 mots, l’absence totale de musique, sont surement les caracteristiques que j’apprécie le plus dans ce film...mais et je répète MAIS il y a bien plus mes amis !

Je ne vous dirai pas ce qui le rend si spécial, mais je vous assure que je suis réstée bouche bée.

Sun Hwa se trouve dans une mauvaise situation : liée mains et pieds, métaphoriquement à quelqu’un dont elle veut rien savoir. Ses sentiments et ses états d’ame se comprennent parfaitement grace à la succession des regards, extrèmement intense, de gestes, de mouvements et de choix que Sun Hwa accomplit et qui trouvent confort et appuis dans les comportements de Tae Suk.

Deux personnes qui quelques minutes auparavant ne se connaissaient meme pas, soudain se retrouvent à s’aider entre eux pour surmonter les problémes, il semble qu’ils se complétent à chaque action, ce que lui ne fait pas est tout de suite fait par elle, et vice versa, ils sont pain et beurre, comme disait Forrest Gump en se référant à lui meme et Jenny...cette complicité que meme les meilleurs couples ne possédent pas...une très belle histoire d’amour basée sur de grandioses interprétations, emotions intenses, transmises par des regards vifs, passionés, sincéres , transparents, le language du corps est prédominant pour comprende l’histoire...


Les actions sont toujours lentes, on dirait presque que le temps passe plus lentement lorsque il se pose sur Tae Suk ou sur Sun Hwa, comme si le metteur en scéne voulait nous montrer que la vie poursuit dans la paix la plus totale, la paix des sens, sans aucune préoccupation, innocent et limpide dans sa finesse.

Selon mon avis aussi la différence entre Tae Suk et l’autre personagge masculin est mise en valeur...d’un coté peut etre la confrontation est extrème, mais surement pas parfaite...Tae Suk ne peut pas offrir une sureté économique pour soi meme et sa femme, ne possiéde rien et veut rien, ne peut pas etre définit « un brave garcon » malgré cela, il est completement l’ opposée de son antagoniste.

L’autre en effet peut offrir une grosse stabilité economique et sociale, vu de l’extérieur, si on exclus sa vie privée, c’est un homme affidable et sérieux mais seulement en apparence...qui est à l’extérieur ne peut pas connaitre comme se déroulent les choses..cela lui permet d’etre arrogant, oppressif, un perverti...

Dans le film il n’y a jamais de scénes de sexe, on peut voir uniquement les scènes antécédantes et succéssives à l’acte mais la aussi c’est incroyable de noter comme le meme acte est vu de deux facons exactement opposées, l’une comme violence, l’autre comme acte d’amour, où la perversion et la domination de l’autre n’existent pas, mais c’est la conséquence naturelle de l’attachement total vers l’autre comme signe de pleine confiance et de sentiments qui dépassent les simples perceptions du corps.



J’aime bien penser que nous pouvons construire notre propre félicité. Par exemple la rencontre avec une personne spéciale, meme si nous somme obligés à l’abandonner,peut changer notre vie radicalment...quelquechose qu’ avant représentait uniquement une grande souffrance dont on n’avait pas le courage et la force de la supporter, peut etre soutenue et surmontée si l’on pense que cette personne est à nos cotés et nous abandonne pas, vivante ou morte qu’elle soit. L’important c’est de ne pas oublier les choses ques cette personne nous a transmises, appris...Les personnes ne meurent jamais si elles continuent à vivre en nous, si nous, avec nos gestes, nos actions, nos sourires, nous continuons à les penser, à s’en souvenir, notre felicité sera toujours intacte, et le sens de la vie ne sera jamais rompu, mais au contraire fortifié par le vouloir pas perdre la mémoire de ceux à qui nous tenons pour de vrais...du moins je l’ai compris de cette façon !

venerdì 19 dicembre 2008

Sondaggio della settimana

Partendo dal suggerimento di Locke, abbiamo deciso di iniziare una serie di sondaggi spot.
Il sondaggio che abbiamo deciso di lanciare quest'oggi è: Quali sono i 3 film di Charlie Chaplin che preferite tra quelli nella lista?
Il sondaggio durerà una settimana.
Come vedete, i vostri suggerimenti sono ben accetti!
Buona votazione a tutti

D'après un conseil de Locke, nous avons décidé de commencer une série de sondages ponctuels d'ici au début du mondial des acteurs.
Le sondage qu'on a choisi aujourd'hui est: quels sont les 3 films de Charlie Chaplin que vous appréciez le plus parmi ceux de la liste?
Le sondage durera une semaine.
Comme vous pouvez remarquer vos conseils sont toujours les bienvenus!

PERSONAGGIO # 58: NORMA DESMOND.


Nome: Norman Desmond.

Interpretata da: Gloria Swanson.

Film in cui è apparsa: Sunset Boulvard (1950)

Citazione più rappresentativa: « "Miss Desmond, un tempo lei era una grande stella del cinema!"
"Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo!" »

Scena più rappresentativa: La scena finale n cui crede di essere in uno stage di suono.

Box Office(USA): 2,5 M$.

Awards: Best Actress, National Board of Rewiev. Best Actress – Drama, Golden Globes.

Non conosco questo film, copio incollo da Wikipedia. Voi si?

Viale del tramonto è un film drammatico a tinte noir diretto da Billy Wilder con William Holden, Gloria Swanson ed Erich von Stroheim.
La sceneggiatura venne scritta dallo stesso Wilder in collaborazione con Charles Brackett e D.M. Marshmann Jr.; non nasconde una forte critica ai cinici meccanismi e alle stravaganze di Hollywood.
Apprezzato dalla critica fin dalle prime proiezioni, il film ricevette undici nomination agli Oscar, vincendo tre statuette. Uscito il 4 agosto 1950 negli Stati Uniti è ancora oggi uno dei film più noti e apprezzati del cinema americano. Nel 1989 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al dodicesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al sedicesimo posto.



La scelta del cast

A causa di numerose defezioni, la scelta degli attori non fu facile per Wilder. Il ruolo di Joe Gillis fu affidato inizialmente a Montgomery Clift, il quale ruppe il contratto due settimane prima dell'inizio delle riprese; fu quindi contattato Fred MacMurray, che non accettò di interpretare un personaggio con le caratteristiche di un gigolò; fu quindi proposto Marlon Brando, che la produzione scartò in quanto non abbastanza conosciuto. Gene Kelly firmò un pre-accordo ma la MGM, che aveva con lui un contratto di esclusiva, oppose il veto. William Holden fu dunque la classica scelta di ripiego, peraltro tenacemente contrastata da Wilder. Paradossalmente, Wilder scritturò successivamente Holden per altri suoi film, e fra loro proseguì una fruttuosa collaborazione professionale.

Altrettanto difficile fu la scelta dell'attrice protagonista, che si volle cercare tra vere dive del cinema muto; Mae West fu la prima a declinare, in quanto si giudicava troppo giovane per la parte, poi Mary Pickford diede forfait dopo che la sua richiesta di apportare alcune modifiche alla sceneggiatura, a tutela della propria immagine, venne rifiutata. Successivamente Pola Negri fu scartata a causa del suo forte accento straniero, mentre Greta Garbo non prese neppure in considerazione la proposta; solo alla fine fu contattata Gloria Swanson, diva del muto che negli ultimi quindici anni aveva girato un solo film e la cui situazione, dunque, aveva molti parallelismi con quella del suo personaggio, così come Erich von Stroheim, nei panni del maggiordomo ed ex-regista Max.

Altri tre divi del cinema muto, Buster Keaton, Anna Q. Nilsson e H.B. Warner, furono scelti per interpretare camei nei ruoli dei pochi amici di Norma Desmond (visibili nella scena della partita a bridge).



La sceneggiatura e le riprese

Già nel 1948 Wilder e Brackett avevano iniziato a lavorare al film, non rimanendo però soddisfatti del risultato; determinante fu la collaborazione con D.M. Marshan Jr., un ex-giornalista di Life che aveva colpito i due autori per lo stile con cui aveva recensito in quell'anno Il valzer dell'imperatore. Fonte d'ispirazione per gli autori fu la vicenda di Mabel Normand, un'attrice morta nel 1930, travolta da uno scandalo nel 1922 poiché sospettata dell'omicidio del suo collega e amante William Desmond Taylor. Dai nomi dei due personaggi ebbe origine il nome di Norma Desmond.

Quando iniziarono le riprese solo un terzo della sceneggiatura era stata stesa. Wilder desiderava vedere che cosa sarebbe scaturito dall'alchimia fra gli attori, prima di decidere diversi particolari della storia. Originariamente il film iniziava in una camera mortuaria, dalla quale il cadavere di Gillis raccontava la sua storia. La scena non ebbe successo: durante un'anteprima ad Evanston, nell'Illinois, il pubblico scoppiò a ridere. Fu dunque elaborata l'idea della piscina.

Il critico Richard Corliss paragonò il personaggio di Norma Desmond a quello di Dracula perché seduttrice e assassina, mentre la figura di Max è associata a Il fantasma dell'opera di Gaston Leroux. Wilder rifiutò l'etichetta di commedia nera per Sunset Boulevard.

Elemento di notevole importanza nel film, girato completamente in bianco e nero, sono le luci, per le quali Wilder contattò John F. Seitz, che era già stato suo collaboratore per La fiamma del peccato. Particolare attenzione fu data, sotto questo punto di vista, alle scene del funerale della scimmia della Desmond e della proiezione privata del film. Particolarmente difficile fu la preparazione della scena in cui, dal fondo della piscina, si vede il cadavere di Gillis galleggiare sull'acqua: un primo esperimento fu fatto con una cinepresa che venne immersa nell'acqua con la protezione di una speciale scatola, ma Wilder non ne fu soddisfatto; la soluzione definitiva fu dunque quella di piazzare sul fondo della piscina uno specchio, e filmare il riflesso del corpo galleggiante di Gillis-William Holden. Questo secondo tentativo ebbe successo, anche per l'effetto distorto che le immagini dei poliziotti sul bordo della grande vasca assumevano nello specchio.
Per dare all'abitazione di Norma Desmond l'aspetto di un luogo in decadenza, Wilder chiese inoltre ad alcuni cineoperatori di soffiare della pietra pomice sbriciolata sull'obiettivo della cinepresa, prima del ciak.

Nella versione italiana, Joe Gillis giunge a casa dell'amico e questi lo presenta come sospettato di spionaggio; nell'originale, però, egli veniva presentato come sospettato di avere ucciso la Dalia Nera.



L'oggettistica originale e i trucchi del regista

Le fotografie che ricoprono le pareti della casa di Norma Desmond provenivano dalla collezione di Gloria Swanson; un particolare curioso riguarda il film trasmesso nella sala proiezioni della villa della Desmond, che nella finzione vedeva protagonista la stessa diva: si tratta de La Regina Kelly (1927), con la stessa Swanson protagonista e diretto peraltro da Erich von Stroheim, rimasto poi incompiuto proprio a causa del licenziamento del regista da parte dell'attrice, che era anche produttrice. Il film era inedito all'epoca e le immagini apparse in Viale del tramonto furono per decenni le uniche mai mostrate al pubblico.

Durante la visita agli studi Paramount, la Desmond viene accolta dal regista Cecil B. DeMille, nel ruolo di se stesso, il quale sta effettuando delle riprese. La sequenza è stata filmata sul vero set del film cui il regista stava lavorando all'epoca: Sansone e Dalila. La grande limousine di proprietà della Desmond è un'Isotta-Fraschini degli anni Venti.
Le reazioni e i premi

Il film provocò grande malcontento nello show-business: Louis B. Mayer sottolineò il disappunto che provava nel vedere Wilder criticare l'industria che gli dava da vivere. Mae Murray, diva del muto, contemporanea della Swanson, si dichiarò offesa dal personaggio di Norma Desmond.
Di parere opposto furono i critici: tra gli altri, Time lodò il film, definendolo "il lato peggiore di Hollywood raccontato nel modo migliore". Il film fu proiettato al Radio City Music Hall per sette settimane, nel corso delle quali guadagnò oltre un milione di dollari e divenne un grande successo anche grazie alla tournée di Gloria Swanson, che visitò 33 città statunitensi per promuovere la pellicola.

Il film ottenne undici nomination ai Premi Oscar 1951, vincendone tre (per la scenografia, per la colonna sonora di Franz Waxman e per la sceneggiatura) e perdendo così il confronto con il grande favorito Eva contro Eva, di Joseph L. Mankiewicz, che vinse sei statuette. Vinse inoltre quattro Golden Globe nelle categiorie film drammatico, attrice (Gloria Swanson), regia e colonna sonora.

mercoledì 17 dicembre 2008

BOLT - Un Eroe A Quattro Zampe (Movie #44)



“Bolt é la star di una serie tv insieme alla sua padroncina Penny. Lui é un adorabile cagnolino che interpreta un super-cane, ma é convinto che tutto quello che succede nel set, corrisponda alla realtà; quando si ritrova sulla strada alla ricerca della sua padroncina, che crede essere stata rapita, inizierà un avventuroso viaggio da Los Angeles a New York, in compagnia di una gatta e un criceto, si renderà conto che quello che lo rende speciale non sono i super-poteri...”



Il film si basa appunto sul viaggio di Bolt alla ricerca della sua padroncina durante il quale ma anche, e soprattutto alla fine predominano vari sentimenti con scene anche commuoventi.
Questo film devo dire che mi attirò dalla prima volta che vidi il traile ma poi sia perchè ci sarei dovuto andare solo sia perchè non ho avuto tanto tempo libero in questo periodo non sono potuto andare a vederlo al cinema, e credo che vederlo lì me l’avrebbe fatto apprezzare ancora di più di come l’ho apprezzato nel vederlo in TV. Comunque devo dire che mi è piaciuto molto, una storia semplice ma ben fatta che soddisfa sia bambini sia adulti.

Simpatici tutti i personaggi, anche la gatta che all'inizio non lo sembrava e carina anche la canzone presente nel film, dove molto significative sono le parole.



VOTO:

gioco dei cocomeri



bene signori miei!! ho il piacere di presentarvi la mia nuova foto.....ne sono orgogliosa artisticamente parlando...ditemi se è o non è uno spettacolo!!


in bocca al lupo a todos!




PERSONAGGIO # 59: JOHN RAMBO.


Nome: John Rambo.

Interpretato da: Sylvester Stallone.

Film in cui è apparso: Rambo First Blood(1982), Rambo: First Blood Part II (1985), Rambo III(1988), John Rambo(2008)

Citazione più rappresentativa: « Potevo ucciderli tutti, potevo uccidere anche te. In città sei tu la legge, qui sono io. Lascia perdere. Lasciami stare o scateno una guerra che non te la sogni neppure. Lasciami stare. Lasciami stare »!”

Scena più rappresentativa: La scena col coltello dove minaccia lo sceriffo nel primo Rambo.

Box Office(USA): Rambo: 47,2M$.
Rambo II: 150,4M$.
Rambo III: 53,7M$.
John Rambo: 113M$.

Awards: Peggiore Attore 1986 Razzie Awards, Razzie Awards 1989.

Rocky e Rambo, sono questi i due personaggi creati da Stallone entrati nel mito del Cinema. Entrambi profondi ma estremamente diversi, hanno rappresentato un icona degli anni 80 e un tipo di generazione. Concentrandoci su Rambo, aldilà della fascetta rossa e della sua eterna mitragliatrice in mano, soprattutto nel primo capitolo della serie esterna sentimenti importanti e di attualità. Indimenticabili alcune scene e alcune battute, Rambo merita assolutamente questa posizione, anzi anche più in alto dovrebbe stare!



Appartenente ad un corpo scelto dei marines nella guerra Vietnam, la saga di Rambo narra il ritorno a casa di John Rambo che dopo una breve parentesi in America, torna a combattere in vari paesi.

Zaysen: Chi sei tu?
Rambo: Il tuo incubo peggiore.

Molto più che un semplice film d'azione, il film vuole essere una condanna all'emarginazione che circondava i reduci dal Vietnam e conduce una certa introspezione che riguarda il personaggio del reduce disadattato, che nasconde sotto la superficie del soldato indistruttibile tutte le sofferenze per gli orrori della guerra. Da tenere conto inoltre la recitazione di Sylvester Stallone, che in tutto il film dice pochissime battute. Il film e il personaggio di Rambo ormai a distanza di 26 anni sono diventati una icona e un mito conosciuti in tutto il mondo.

Colonnello Trautman: Tu hai qualche idea? [I due si trovano davanti tutta la guarnigione del forte]
Rambo: Circondarli lo escludo.
Colonnello Trautman:Mi sembra proprio il momento di fare lo spiritoso.



Secondo un altro punto di vista, il film rappresenta il tentativo di elaborare la tragedia collettiva del Vietnam attraverso le categorie del nascente reaganismo. La destra americana degli anni '80 considerava la sconfitta in Vietnam come la conseguenza della sconfitta sul fronte interno, da parte dell'opinione pubblica, schierata prevalentemente con il fronte pacifista. Questa prospettiva trascura completamente altre analisi, ad esempio quella dell'intellettuale americano Noam Chomsky, secondo il quale la guerra del Vietnam poteva essere vinta, ma a condizione di effettuare una mobilitazione generale, di risorse e uomini simile a quella della seconda guerra mondiale (Chomsky, 1993). Questa scelta fu scartata dall'establishment statunitense, che riteneva di aver già raggiunto gli obiettivi per cui la guerra era stata concepita, al di là della situazione sul campo. Rambo, secondo questa interpretazione, è portatore del punto di vista che imputa la sconfitta al dissenso.

Colonnello Trautman: Che gli rispondiamo?
Rambo: Fanculo.

• Il body count (persone uccise da Johnny Rambo) dei quattro film è rispettivamente 1 (cade dall'elicottero a seguito di un lancio di sasso, ma Rambo non sarebbe direttamente responsabile), 58, 78, 83.
• Il primo a usare il nome Rambo è stato Tomas Milian nel film Il giustiziere sfida la città. Milian aveva letto un romanzo, First Blood, dal quale sarebbe stata tratta poi la sceneggiatura dell'omonimo film (per l'Italia Rambo appunto) e volle usare il nome per il film che doveva chiamarsi Rambo sfida la città (1975), ma che la Medusa Film si rifiutò di usare per il titolo, perché lo riteneva non molto intelligente. 7 anni dopo fu proprio la Medusa a distribuire il Rambo che tutti conosciamo, con enorme successo.
• Nel romanzo di David Morrell First Blood, da cui il personaggio poi interpretato da Stallone è nato, Rambo facendo esplodere delle granate nella stazione di benzina non riesce a scappare e perde la vita per mano di Trautman.
• Nel promo di Italia 1 del maggio 2008 è stata usata la canzone All You Need Is Love dei Beatles come sottofondo musicale.
• Esiste un finale alternativo in cui Rambo costringe il colonnello Trautman a sparargli, visibile su YouTube.


• Sylvester Stallone adesso sta pensando di fare Rambo V, la cui trama sarà ambientata in Bulgaria, e al quinto capitolo ritornerà il colonnello di Rambo, che era apparso anche nei Rambo precedenti, solo che l'attore non sarà più Richard Crenna, bensi' Robert Patrick.
• Il budget del film fu di circa 14 millioni di dollari e ottenne un buon incasso di 125 milioni di dollari.

Alcune mitiche scene:

Rambo II - Sono io che vengo a prenderti:

Rambo 1 Scena Finale: