LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")
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domenica 27 luglio 2008

I Film della Settimana


I Film della Settimana: 27/07/2008-02/08/2008

Diciamo che se vi perdete oggi potete pure spengere la tv non c'è null'altro!

Domenica 27 Luglio 14.00 Italia1

Tremors (USA, 1990)di Ron Underwood con Kevin Bacon, Fred Ward, Finn Carter.

Consigliato Perchè: Film divertente e cult. Azione super.

Domenica 27 Luglio Retequattro 23.30:

Coraggio... fatti ammazzare (USA, 1983)di Clint Eastwood con Clint Eastwood, Sondra Locke.

Consigliato Perchè: Classico poliziesco ben diretto e ben interpretato.

Domenica 27 Luglio La7 01.35:

Tre colori - Film rosso (Francia/Polonia/Svizzera, 1994)di Krzysztof Kieslowski con Irène Jacob.

Consigliato Perchè: L'ultimo capitolo della favolosa trilogia di Kies. Da vedere!

domenica 20 luglio 2008

I Film della Settimana


I Film della Settimana: 20/07/2008-26/07/2008

C'è qualcosa che non va! Controllero comunque giorno per giorno per vedere se sono io che non becco i siti giusti!

Domenica 20 Luglio La7 01.35:
Tre colori - Film bianco (Polonia/Francia, 1993)di Krzysztof Kieslowski con Zbigniew Zamachowski.
Consigliato Perchè: Kies il suo secondo capitolo eccezionale.

Venerdi 25 Luglio Retequattro 23.40:
I ragazzi del Reich (Germania, 2004)
di Dennis Gansel con Max Riemelt, Tom Schilling.
Consigliato Perchè: Dramma storico, grandi attori, gran regia.

mercoledì 4 giugno 2008

Senza Fine (1984)


Spettacolare! Non è il solito Kies.....o almeno, forse sono io che non sono stata in grado di coglierlo....certo è che non ci sono zollette di zucchero che si imbevono di caffè in 5 secondi o bustine di tè che ruotano su se stesse, o ancora una vespa che tenta di risalire su un cucchiaio in un barattolo di miele, non c'è la vecchietta che butta la spazzatura...non ci sono scene del genere, non ci sono ripetizioni...


Questo è il primo lungometraggio che scrive il nostro amato Kies assieme al suo compagno d'armi Piesiewicz...diciamo è alle prime armi ancora!!

La storia amici miei, come al solito potete scordarvi di leggerla su una mia recensione..anche perché c' é neil che ancora lo deve vedere( bacetto sensei!!)!


Ad ogni modo qui troviamo attori che già si erano incontrati in altri suoi film (io ho visto prima tutti gli altri ihihih), per chi ha visto qualcosa di Kies, l'avvocato lo troviamo nel decalogo 2, nel film bianco e nella doppia vita di Veronica; la protagonista la ritroviamo in decalogo 1, l'accusato lo troviamo in decalogo 9.


Krzysztof sembra che si diverta moltissimo a dare a Aleksander Bardini, il medico in decalogo 2 per capirci, ruoli paradossalmente secondari, ma fondamentali per la trama, si trova sempre nella situazione di dover mediare tra due realtà, come ad esempio tra il suo paziente ignaro di tutto e la moglie che vuole avere notizie per sapere se deve abortire o meno, e qui che deve mediare tra il suo cliente, Darek e i giudici, che ovviamente sono interessati all'applicazione stretta delle norme vigenti; però stavolta ha qualcosa in più.... ha preso a cuore la situazione di Darek, probabilmente anche per l'affetto che lo lega al defunto Antek, che inizialmente aveva in carico il caso.

Ciò che mi ha più colpito in effetti è stato proprio la caratterizzazione di questo personaggio, abituata a vederlo sempre cosi freddo e distaccato mi ha fatto strano vedere l'avvocato cosi “umano”, s'interessa anche alla situazione economica della moglie di lui, vuole a tutti i costi farlo uscire di prigione, e s'incazza quando si rende conto che di fronte ha un vero e proprio muro, è estremamente irascibile, anche perche si rende conto che la era sta terminando....infatti come gli dice il suo collega vogliono levargli le toghe.....il suo ultimo processo....i suoi ultimi minuti in tribunale, la sua ultima sfida....non ce la fa a vederli crepare cosi...questo dice, aggiunge “è incredibile! assassini, ladri, tutti vorrebbero uscire di prigione, mentre un innocente non vuole.”


come si fa a permettere di lasciar morirsi di fame un ragazzo in preda una decisione prettamente ideologica, pensando che lascerà sua moglie e sua figlia da sole?

È forse giusto che per le proprie convinzioni si lasci una famiglia a se stessa fregandosene delle conseguenze?

E cosa ancora più difficile da determinare è se noi fossimo stati al posto di Labrador..cosa avremmo fatto? Non so, si parla tanto di diritti....bisogna rispettare i diritti degli altri, ed è giusto che un individuo scelga se seguire le proprie ideologie o meno...ma non è certo l'unico di cui devono essere rispettati i diritti....e allora la moglie che non può più reggere questa situazione non dovrebbe essere ascoltata anche lei?? i suoi sentimenti, le sue paure, la sua stanchezza non valgono quanto quelle del marito?


Ciò su cui mi sembra che viene posto l'accento è inoltre il tipo di approccio che utilizzano i due avvocati, l'uno, Labrador, che tenta di lavorare con il ragionamento, e utilizza le leggi a suo vantaggio( avendo una lunga esperienza alle spalle, è anche normale il tentare di ridurre la pena), e Antek che invece mira a suscitare dei sentimenti tra i giudici.... cerca di improntare l'udienza come qualcosa di personale....non farebbe mai dichiarare colpevole un'innocente anche se per ridurgli la pena....

e quanto è legato l'accusato , uomo davvero di principi, troppo idealista alla fine, al metodo di Antek, continuando a volerlo seguire anche dopo che questo è morto, vuole a tutti i costi rifarsi a ciò che gli ha suggerito, non rendendosi conto che il modo di lavorare del suo nuovo avvocato è differente. Ma questo non vuole dire semplicemente che le tipiche persone “tutte di un pezzo” non vuole e non è in grado di scendere a compromessi?

Magari a tutto questo si ricollegano queste poche frasi che sono le poche dette da Antek...

Il diritto è troppo esigente con le persone, uccide ciò che c'è di più prezioso nella gente.

Se il diritto è contro la lealtà, è immorale.”


Poi c'è lei.... lei inizialmente risponde al telefono, parla come se le fosse finito il latte in frigo...completamente indifferente..più si va avanti nel film, maggiormente si comprende il legame che c' è tra loro, come lei sia vulnerabile e quanto la presenza di qualcuno possa o meno essere importante nella propria vita...non voglio dire altro su questo.....

Ursula, la moglie di Antek è indubbiamente il personaggio più assurdo del film.....non sarebbe neanche sbagliato dire del cinema dagli anni 80 in poi!!

ha davvero 1000 sfaccettature....fa una cosa e dopo 1 secondo si pente, è instabile, menefreghista del dolore altrui, ma si prende a cuore il destino degli altri.....in lei sono presenti le due faccie della stessa medaglia!

domenica 18 novembre 2007

Lutto ultraterreno!




Attenzione signori miei!
Tra le milione di persone, più o meno sconosciute, il 13 marzo del 1996 morì Krzysztof Kieslowski, domani, se continueranno ad andare così le cose, saremo tutti responsabili della seconda morte del nostro amico Kies!

Non vogliamo renderci conto signori miei di cosa ci stiamo macchiando??
Un uomo, ha dato tutto se stesso davvero nella sua vita, è riuscito a terminare 3 film in 2 anni per riuscire a presentare “Film Blu” al festival di Venezia, “Film Bianco” a Berlino, “Film Rosso” a Cannes.

Il Film Blu vinse Leone d'Oro al miglior film e Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile della Binoche.
Il Film Bianco vinse l'Orso d'argento per la regia.
Il Film Rosso ottiene tre nomination agli Oscar ma poi non vinse nulla, portò a casa l'oscar invece Pulp Fiction.

Nonostante questo strepitoso successo in soli 2 anni, Kieslowski disse :

"Non mi piace la parola" successo ", e mi sono sempre difeso in maniera accanita contro di lei, perché non condivido la definizione che gli altri danno del successo. Per me il successo significa fare qualcosa che mi piace, che mi prenda, che mi faccia sentire vivo. Questo è successo per me."


Ora il povero Kies ci sta guardando, sta vedendo che nessuno apprezza la sua arte, la sua minuziosità, il suo voler entrare negli occhi dello spettatore, e il riuscire, inconsciamente a entrare anche nella sua testa; vede che un qualsiasi altro regista lo batte come se fosse carne al macello, e sono sicura che in questo momento starà appunto morendo soffocato dal suo stesso vomito per l'indignazione, e si starà chiedendo cosa sarebbe successo se avesse dedicato gli ultimi due anni della sua vita alla sua salute, magari sarebbe sopravvissuto più a lungo e non avrebbe dovuto guardare questo schifo.

Quello che chiediamo è leggere attentamente ciò che segue, valutare cosa vi siete persi, e se vorrete guardare i suoi film, anche in seguito alla votazione e cercare di apprezzare questo cavilloso regista, che tutto si merita tranne l'indifferenza che purtroppo l'ignoranza delle persone gli sta riserbando.

Stanley Kubrick nutriva una sincera ammirazione per il regista polacco, infatti una volta ebbe a dire:

"Sono sempre riluttante nel sottolineare una qualche caratteristica saliente nel lavoro di un grande regista, questo perché puo essere un modo di sminuirne la portata. Ma riguardo questo libro di sceneggiature (I Dieci Comandamenti, n.d.r.), di Krzysztof Kieslowski e del suo coautore, Krzysztof Piesiewicz, mi pare non fuor di luogo osservare che essi hanno la rarissima capacità di drammatizzare le proprie idee piuttosto che semplicemente raccontarle. Esemplificando i concetti attraverso l'azione drammatica della storia essi acquisiscono il potere aggiuntivo di permettere al pubblico di scoprire quello che sta realmente accadendo piuttosto che semplicemente seguire un racconto. Riescono in tale compito con una tale abbagliante abilità, che non riesci a renderti coscientemente conto delle idee che si materializzano nella mente fino a che queste non hanno già raggiunto da tempo il profondo del tuo cuore."

La trilogia dei Colori(blu/bianco/rosso) è una trilogia davvero particolare(non come quelle di Hollywood di cui siamo abituati che nella maggiorparte dei casi esistono unicamente per fare incassi!).

Infatti ogni film è basato su uno dei tre motti dellaFrancia: Libertà(FilmBlu), Uguaglianza(Film Bianco)Fraternità(FilmRosso).

Cio che li rende davvero unici è che Kieslowski illustra questi valori con la sua tipica ambiguità e ironia. Sono temi cosi scontati che sinceramente quando ho visto la trilogia sono rimasto davvero stupito, perchè lui rivede questi 3 temi principali alla sua maniera rivisitandoli e rendendoli davvero particolari. Non posso dirvi altro perchè vi svelerei troppo ma sappiate che il concetto di Libertà a cui siete abituati in Film Blu verrà completamente rivisto! Sappiate che come ha detto Kieslowski riguardo Film Blu, la libertà non deve essere associata a quella intesa in senso politico o sociale, ma come libertà della vita stessa.

Ogni film è ancor piu particolare poichè il colore del titolo domina completamente la scena; infatti in film blu tutti gli oggetti, tutto il mondo che circonda la protagonista è per la maggiorparte di color blu(la macchina, il lampadario, gli occhi della Binoche, la piscina ecc ecc), idem per bianco(la metro, la valigia, la neve ecc ecc) e per rosso(le pubblicità di lei, il telefono ecc ecc).

E' completamente assurdo e divertentissimo vedere questi film perchè si rimane allibiti nel vedere come ogni dettaglio, come ogni piccolo oggetto anche del tutto inutile sia perfettamente incastonato nel progetto dei colori di Kieslowski! Non c'è nulla fuori posto, è tutto perfetto in maniera cosi maniacale da lasciarci senza fiato!

Sono presenti in tutti e 3 i film alcune chicche notevolissime che soltanto vedendoli piu volte si possono notare, ma vi assicuro ne vale la pena!

Ogni film per esempio inizia nella stessa maniera: un rumore con una seguente inquadratura dell'oggetto che lo produce. Ogni volta l'oggetto in questione è determinante nel corso della storia: la macchina distrutta in Blu, la valigia in Bianco e il telefono in Rosso.

Un altro esempio: in tutti e 3 i film c'è una scena ricorrente: una vecchia signora che tenta di buttare una bottiglia nel secchio dell'immondizia.

Mentre la Binoche(Blu) completamente assorta nel suo dolore non la nota neppure, Karol(Bianco) la guarda sorridendo ironicamente, Valentine(Rosso) l'aiuta a buttare la bottiglia nel container. Il personaggio principale della trilogia si evolve per raggiungere la Fraternità tanto cara a Kieslowski che vince contro l'indifferenza e la presa in giro.

 Film Blu
 Film Bianco
 Film Rosso


Il finale di Film Rosso per esempio è simbolico e capirete anche perchè, è il messaggio finale di Kieslowski, il suo testamento morale.

State attenti mentre vedete il film, perchè oltre a tutti i minuziosi dettagli, ogni protagonista del film si incrocia sebbene per qualche secondo con i protagonisti degli altri film! Oltre ai personaggi dei vari film che si incontrano, ci sono sottili legami ed allusioni agli altri colori della trilogia.

Per esempio quando Julie in Film Blu porta un pacco nella sua nuova casa, su di esso compare la scritta blanco e per strada viene affiancata per un breve momento da un uomo in blu e da una donna in rosso. Nella piscina blu dove va a nuotare a un certo punto si getta una classe di bambini con costumi bianchi e bracciali salvagente rossi.

Inoltre la scena del processo in cui Julie si affaccia brevemente quando è alla ricerca dell'amante del marito, è quella che si svolge all'inizio del Film Bianco.

Un'allusione al Film Rosso può inoltre essere vista nelle luci rossastre del distretto di Pigalle (quartiere a luci rosse di Parigi), dove Julie si reca per rispondere ad un appello di Lucille.

Gli attori(tutti dei perfetti sconosciuti tranne la Binoche) sono perfetti, ognuno ha una connotazione precisa e delineata, ogni personaggio non è banale e stereotipato, ogni personaggio vive e ci rende vivi guardandolo. 

Il cineasta polacco, riesce ad ottenere tantissimo dagli attori ed è convinto ed affascinato dalle infinite capacità di montaggio per cambiare radicalmente un film; infatti monta il film più volte, almeno sei o sette; per "La doppia vita di Veronica", ha girato sette finali per realizzare diciassette montaggi!

Una nota di merito al riguardo, il povero Kieslowski sapendo che la sua ora era quasi giunta per via dei noti problemi di cuore, pur di riuscire a finire la trilogia, giro i 3 film in 2 anni, girando il blu la mattina, il bianco il pomeriggio e montando il rosso la sera. Se questo non è commovente ditemi voi cosa possa esserlo!



Krzysztof Kieslowski . film blu.


Kieslowski ci racconta qualche particolare del suo film blu, poiché trascrivere per intero il suo discorso vorrebbe dire scrivere fino a domani, la vostra umile mathilda cercherà di fare un riassunto quanto più attinente al monologo del maestro, sperando di non travisare nulla.

Analizza una scena verso il 50 esimo minuto del film in cui la protagonista, la Binoche, incontra l'uomo che si è innamorato di lei e ora lo rifiuta.
All'inizio della scena si sente una musica, non si capisce da dove derivi ma poco più lontano successivamente si vede, un musicista di strada che suona quella musica con un flauto.
Si vede una zolletta di zucchero intinta nel caffè si impregna in 4 secondi e mezzo.



La protagonista Juliette, precedentemente ha perso in un incidente marito e figlia; con questa scena si da una visione del suo mondo,concentrando la ripresa sui dettagli è come se si volesse mostrare che cerca di restringere la realtà attorno a sé come una lumaca si chiude nel proprio guscio e non volesse uscirne, che il resto non le interessa affatto.

Volutamente, la nostra protagonista si concentra sulla zolletta, ma la pignoleria mostrata dal nostro benamato Kieslowski è che il tempo in cui la zolletta è immersa nel caffè e si scurisce non deve essere superiore a 5 secondi, mentre normalmente ne impiega 8; questo perché lo spettatore non distogliesse la sua attenzione dallo schermo, a causa di un tempo prolungato.

L'eroina concentrando tutta la sua attenzione su questo particolare vuole dimenticare l'uomo che la ama, così come anche la musica che si proviene dall'esterno, che evidentemente le ricorda qualcosa di spiacevole.

La Binoche si avvicina al musicista e avviene un dialogo. Il tema ossessivo che Kieslowski ci vuole mandare è esattamente questo: “persone diverse, in luoghi diversi, per motivi diversi pensano la stessa cosa”.

Cerca di descrivere ciò che unisce le persone, come ad esempio nel caso di questa musica: due persone di ruolo sociale altamente differente, in momenti e luoghi differenti creano la stessa musica è simbolo indubbiamente di fratellanza

Krzysztof Kieslowski . film bianco



A quanto pare il film doveva iniziare diversamente da come inizia in realtà.
Inizia con delle valigie cinebrivido sul trasportatore nei sotterranei di un aereoporto; il buon vecchio, Kieslowski l'ha pensata bene perché, come al solito, è quasi un controsenso con lui in effetti, in questo modo tutti e tre i film della trilogia iniziavano allo stesso modo: iniziano nei sotterranei della civilizzazione.

Il blu, inizia sotto una macchina; il bianco, come abbiamo detto ora, nei sotteranei dell'aereoporto, e il rosso con una carrellata lungo i fili del telefono.

Ora da brave scimmie spaziali vi starete chiedendo perché?? Ebbene il dottor Krzysztof Kieslowski risponde alla domanda dicendo che tutti i giorni che il buon Dio manda in terra ognuno di noi utilizza oggetti, e strumenti di una complessità mostruosa senza rendersene conto...così, superficialmente.

L'inquadratura passa dalla valigia prescelta alle gambe del protagonista, piano piano si sale e si vede per intero e si denota un mancata eleganza che spicca nel contesto in cui si trova, ciò ad evidenziare un suo essere fuori luogo.

Siccome c'era troppo scarto tra l'immagine dei piedi che arrivano al palazzo di giustizia e quella del viso, Kieslowski ebbe la genialata di utilizzare un veicolo che segnasse che il personaggio in questione fosse il protagonista, come??

Naturalmente mentre un piccione volava in cielo, il nostro uomo alza lo sguardo, ed è qui che viene appunto inquadrato e riceve della deliziosa cacca da parte del piccione.

Questo è un passaggio chiave che lo stesso regista evidenzia come un riassunto dell'intero film:
L'eroe spaventa il piccione che si alza in volo, lui lo osserva sorridendo con tenerezza, finché il piccione non gli fa la cacca sulla spalla: l'eroe si sente umiliato dalla sorta stessa.

Questo è uno dei temi fondamentali, l'umiliazione, non tanto per il piccione che fa la cacca ma perché il protagonista si è comportato in modo tanto ingenuo verso la natura, in quanto successivamente verrà proprio fregato dall'oggetto della sua ammirazione.

La ripresa della valigia, più volte inizialmente, dovrebbe far capire una ventina di minuti più tardi che significato ha la valigia che lo spettatore incontrerà nel percorso del film.

Krzysztof Kieslowski . film rosso


Kieslowski analizza ora una scena che per lui è il primo punto critico del film, Valentine, la protagonista passeggia con il cane, il quale improvvisamente corre fino ad una chiesa. L'immagine dell'entrata della chiesa resta diversi secondi affinché lo spettatore sia in grado di ricordare di aver già visto quel luogo.

Il maestro è convinto che accumulando molti segni durante il film lo spettatore sia costretto a notarli, quindi a rendere cosciente ciò che vede con il subconscio, mentre se ne mettesse pochi di sicuro non se ne accorgerebbe.

Dopo che il cane è uscito dalla chiesa, noi non sappiamo cosa passa per la testa di Valentine, ma sicuramente dopo un momento di smarrimento evidente, le viene un'intuizione sul luogo in cui cercarlo, c'è un gioco di luce sul suo viso, un percorso già visto, lo spettatore potrebbe già aver capito, ma ciò che conta è che da adesso in poi tutto cambia, perché il cane diventerà la calamita che attirerà lei e il padrone della casa in cui si reca uno verso l'altra, attraverso i suoi movimenti.

Il cane prima guarda lei, poi lui. Di nuovo lei, che lo chiama: ora ha un motivo per avvicinarsi, la camera si sposta su di lui, il quale può finalmente dirigersi verso Valentine.

Ora le due vite si legheranno, Valentine è caduta in una trappola che poi si rivelerà non essere tale, però lo spettatore sarà a lungo convinto che l'eroina si caduta nella pericolosa rete di una persona cattiva. Mi piace molto la frase cinebrivido che Kieslowski dice spiegando questo concetto: “abbiamo preparato con precisione l'irrazionale”.


Il decalogo è una serie di 10 film di un'ora ciascuno che interpretano i dieci comandamenti. Una serie di film ambientati nella periferia di Varsavia degli anni 80. I personaggi non sono mai gli stessi. I dieci comandamenti sono rivisti e adattati all'epoca, e le storie dei protagonisti si confrontano con la morale e la fede. La contrapposizione tra scienza e religione (e quindi tra razionalità e irrazionalità) lascia spazio alle valutazioni personali dello spettatore sulla esistenza o meno di un dio (soprattutto nel primo e nel secondo episodio). In questi dieci film, le esistenze dei personaggi sono piccole (nel senso che sono mostrate come quello che sono: la vita di ognuno non è nulla nel complesso, ma importante per ciascuno di noi), e lo sono anche i loro problemi. Non si può fare a meno di notare il ritmo lento che ogni film ha, e anche l'essenzialità di ogni inquadratura. Tutto ciò che è superfluo alla narrazione viene lasciato fuori dal campo visivo della cinepresa e quindi dello spettatore, in modo da focalizzare l'attenzione sul messaggio che vuole far passare il regista. 
Il regista si concentra su quanto accade nei personaggi più che su quello che accade intorno a loro.



Destino Cieco:
A prevalere in questo capolavoro è la sua insuperabile illibertà in ognuna delle vite che la “regia” gli inventa. Il cuore del film è un susseguirsi velocissimo di accadimenti. Witek corre alla stazione, urta una donna cui fa cadere una monetina, la monetina viene raccolta da un ubriaco, l’ubriaco ci compera un bicchiere di birra, contro lui che beve urta poi Witek: a differenze minime e insignificanti in questi insignificanti e minimi accadimenti corrispondono scelte esistenziali e morali decisive e lontanissime tra loro. Ma, appunto, chi sceglie? E poi, chi è scelto? Ascegliere è il caso, non c’è dubbio. Come non c’è dubbio che la gioia del cinema di Kieslowski - il suo essere affabulazione, invenzione e racconto di storie - venga da questa scelta non-morale. A essere scelto è invece Witek. Anche se, in fondo, non c’è niente e nessuno che propriamente lo scelga, tuttavia egli non ha quasi possibilità di scampo. Perché «quasi»? Perché Kieslowski, nel trionfo deterministico del caso, rivive un minimo - ma grandissimo - spazio di libertà. Questo spazio è la sua capacità di dire no: all’istituzione e alle sue pretese di controllo, alla comunità e alle sue logiche sovraindividuali, allo stesso caso. Il film è tutto compreso nel no che Witek urla mentre esplode l’aereo: con quel no inizia, con quel no finisce. È un urlo impotente, ma è anche l’unico momento di tragica, lacerante, impossibile libertà in una vita del tutto non libera.





"Quello che voglio mostrare è che i problemi non sono mai pratici o politici. I veri problemi sono sempre dentro di noi".

Grazie di tutto Maestro, questo era un nostro omaggio fatto con cuore e  passione, da parte di Mathilda, Neil e Skripach!