LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")
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sabato 3 gennaio 2009

THE HOST ( MOVIE # 48)


Ho conosciuto il regista Bong Joon-Ho per caso alla Fnac di Nizza; notai un cofanetto composto da due film coreani a prezzo stracciato e lo comprai più per sfizio che per altro. Mai scelta fu più azzeccata!

Ho scoperto infatti uno dei registi più promettenti dell’intera Asia (non ha ancora compiuto 40 anni) e ne sono diventato un fan accanito; è semplicemente un genio!

Paradossalmente ho deciso di recensire il secondo film che ho visto non Memories of Murder che reputo tra i 3 miglior film coreani di tutti i tempi.

Dunque sotto con The Host!

Estremamente differente da Memories of Murder, The Host è un film sorprendente e spiazzante. Spiazzante perché ci si aspetta di tutto tranne quello che accade; infatti leggendo la storia ( un mostro gigantesco quanto brutto attacca una città coreana e alla maniera di King Kong rapisce una ragazzina) si potrebbe pensare ad un Alien o alla classica americanata alla Godzilla tutta azione da sabato sera: invece tutt’altro!

Bong Joon-Ho modifica e reinventa un genere offrendo un film dai vari spunti, diabolicamente intelligente e critico verso tutti e tutto. La bestia non è che una scusa, infatti il film va ben oltre il duello tra la famiglia della bambina che tenta di recuperarla e il mostro.

A metà tra il grottesco e il drammatico, la vicenda permette di analizzare e dipingere una società coreana alla deriva disillusa come la famiglia protagonista. Una famiglia che è tutto un programma, una famiglia stile I Malavoglia: una famiglia di sfigati, di perdenti che dalla vita non ha ricevuto niente di buono. A partire dal nonno che tutto lungo il film possiede dei sentimenti di colpa per non aver saputo educare e offrire qualcosa di positivo ai figli, al figlio maggiore completamente stupido e inetto, che tenta disperatamente di rendere felice la propria figlia, per passare al minore emarginato dalla società perché militante e per finire alla sorella che nei momenti importanti della propria vita fallisce sempre, senza nemmeno tentare (emblematica la scena della sua semifinale al tiro con l’arco).

Questa famiglia nel partire alla ricerca della bambina ci mostra tutti i suoi contrasti e rancori; è frantumata e disunita. Ma paradossalmente il momento peggiore della sua esistenza coincide col momento di rivalsa, lotta per qualcosa in cui ogni membro è finalmente protagonista e può redimersi e invertire una misera esistenza. E’ proprio su di lei che è incentrato il film; tutte le acredini vengono al pettine e si scopre mano a mano molto sul perché la famiglia è cosi devastata all’interno. Si alternano cosi scene tristi e amare quasi cupe a scene allegre e di un umorismo travolgente. E proprio qui che secondo me il regista fa colpo, riesce ad invertire i nostri sentimenti: alcune scene malgrado siano crude ci fanno ridere, mentre alcune scene sebbene siano divertenti ci rattristano!

Se la famiglia è analizzata in maniera sublime con una bellissima introspezione di ogni personaggio, altrettanto lo è il mondo esterno con tante critiche. Critica feroce alla società coreana che spesso viene dipinta come esempio di democrazia ma che ancora non lo è, con una velata disillusione per un qualcosa che poteva essere realizzato molto meglio ed invece si è fermato per colpa di svariati anni di dittatura, ma critica altrettanto sarcastica nei confronti degli Usa, che sono dei creatori di problemi ( la Bestia guarda caso è nata per colpa loro) e che si sentono spesso padroni del mondo liberi di agire come vogliono; assurdo come in questo film sbarcano in Corea per prendere in mano la situazione tentando di risolvere il problema e fallendo miseramente! Come spesso avviene non sempre chi detiene la forza agisce intelligentemente.

Altrettanto trasparente è la critica alla psicosi di massa sulle malattie contagiose, spesso più fittizie che reali (emblematica l’ammissione del dottore americano), con alcune scene assurde e insensate specialmente quelle dell’ospedale totalmente surrealiste! Il messaggio ecologista sul pianeta che sta morendo per colpa nostra è forse il meno riuscito di tutti ma rimane comunque efficace.

Ma in aggiunta a tutto questo, il regista ci offre delle perle d’umorismo, sfiorando la derisione durante i combattimenti tra la famiglia e il mostro. Su tutte la scena del padre, quando l’ho vista non sapevo se ridere o piangere! Perché al contrario di ciò che vuole farci credere il cinema americano, quando delle persone sono poco inclini a certe cose nei momenti di difficoltà entrano ancora di più nel panico e non si trasformano affatto in eroi, anzi spesso si comportano come dei cretini. Esempio di realismo incredibile, che capovolge anni di film in cui il protagonista da inetto diventa il classico supereroe! Finalmente era ora!

Fantastici gli attori a partire dal nonno per arrivare al padre. Quest’ultimo, Kang-ho Song, è diventato in breve tempo uno dei miei attori preferiti; poliedrico, duttile, dall'espressione facciale infinita: riesce ad interpretare qualsiasi ruolo dal drammatico all’ironico, semplicemente immenso! Le sue interpretazioni in Mr Vendetta, Memories of Murder, The Host e The Good, the Bad and the Weird sono da applausi!

Anche la musica che di solito nei film asiatici è spesso assente in questo caso merita l’ascolto perché azzecca sempre il momento per intervenire.

Voglio anche soffermarmi sull’aspetto più ludico del film, quello degli scontri contro il mostro; ebbene la scena iniziale è di un realismo incredibile, le persone corrono malgrado abbiano dietro a loro un mostro in computer grafica in maniera naturalissima recitando perfettamente, tutta d’un fiato non ci fa staccare gli occhi dallo schermo, chapeau davvero!

Sono questi i registi che fanno bene al Cinema, quelli che non si adattano ai cliché e agli stereotipi del genere, ma che alla loro maniera con loro idee reinterpretano il tutto e sfornano un film che non è una copia di altri 100 precedenti ma è qualcosa di nuovo. Poi il tutto può piacere o no questo è un altro conto, ma perlomeno si è tentato di cambiare e ridare slancio ad un genere che troppo spesso ci fa ridere con gli amici un sabato sera e finisce nel dimenticatoio 2 secondi dopo la fine del film. Un genere che da anni aspetta una svolta per non affondare completamente. In The Host oltre a divertirci si riflette anche, vi pare poco?

martedì 11 dicembre 2007

trilogia della vendetta

Come dice ovviamente il titolo del topic ci troviamo di fronte a tre film, in ordine di produzione:

1)mr. vendetta

2)old boy

3)lady. vendetta

Premetto che old boy l’ho visto quest’estate, mentre gli altri due film poco tempo fa.

Come è evidente, tutti hanno capito che sono 3 film questi che hanno come elemento chiave il tema della vendetta, ognuno lo sviscera a modo suo, c’è qualche somiglianza, magari nella scelta dello schema della trama, ma talmente impercettibile, che sono a tutti gli effetti tre film completamente differenti e indipendenti nella storia.

Non voglio dilungarmi assolutamente sulla trama come mia abitudine, ma in particolare perché per loro, parlare della trama vorrebbe dire violentare una ragazza!

Posso dire qualche parola su ognuno, anche se è talmente riduttivo che me ne vergogno.

Mr. vendetta, come dicevo precedentemente è il primo della saga. C’è un protagonista principale inizialmente, ma pian piano vedremo che i protagonisti diverranno due, e che ci saranno molti altri personaggi fondamentali nella storia, direi coadiuvanti allo sviluppo del film.

Un particolare vi devo dire, che mi ha colpito molto è stato il fatto che qui si vede perfettamente il principio per cui ad ogni azione corrisponde una reazione: spicca all’occhio di chiunque il fatto che ogni situazione che avviene deriva dall’azione precedente senza poter scampare, alla fine del film c’è quasi una sorta di rassegnazione perché ti rendi conto che non è solo un elemento della storia che va a puttane, ma è un insieme di avvenimenti che vanno allo scatafascio inesorabilmente, come una catena e non c’è niente che nessuno possa fare, come se fosse già tutto scritto in precedenza e ogni personaggio si dovesse attenere semplicemente a mostrare ciò che è stato loro prescritto!

Ciò che lo spettatore si chiede sicuramente se non durante il film, ma almeno alla fine è chi è e che funzione abbia un personaggio in particolare, un mezzo matto che non dice neppure una parola e produce solo movimenti privi di senso, almeno apparentemente; bene io gli ho dato un significato e mi piacerebbe discuterne con tutti voi, non appena avrete visto il film, o se l’avete già visto.



Old boy, è sicuramente il film più stupefacente dei tre, e altrettanto sicuramente anche il più noto; neil ed io inoltre gli abbiamo dato l’oscar per il film con più effetto pugno nello stomaco di tutti i tempi, dico bene?

La trama è talmente tanto complessa che sarebbe assurdo anche solo provare a pensare lontanamente di descriverla...è ricca di intrecci, di particolari, di sguardi, di poesia, di odio; è incredibile la facilità con cui chi è la vittima della vendetta cambia ruolo e impazzisce del tutto, senza riuscire più a fidarsi di nessuno, anche di chi lo ama.

E’ il film più psichedelico che abbia mai visto, tutto calcolato, ogni singolo respiro è stato pensato e pianificato. E’ memorabile il modo in cui tutto questo avviene.
Nonostante lo abbia visto il 4 agosto (ancora ricordo la data!!), tutt’oggi continuo a pensarci come se lo avessi visto ieri, mi riempio di domande, che probabilmente chi lo ha visto anche se le è poste…. non voglio credere di essere l’unica pazza!



Lady vendetta, l’ultimo film della saga, secondo me il più crudo, anche se secondo molti è old boy.
Lo reputo tale, perché è l’estrema freddezza, associata alla femminilità e alla bellezza più pura che rendono l’azione di una persona estremamente crudele.
Le sue espressioni, i suoi sguardi, alcune sue azioni, la sua estrema razionalità talvolta riescono ad essere agghiaccianti talmente tanto, che nessun uomo può pareggiarla.




Sicuramente sono storie che fanno riflettere molto, è giusta la vendetta personale, l’ipocrisia delle persone quanto può essere elevata, uccidere qualcuno ti farà riavere la persona persa, o almeno ti fa stare meglio, si può andare contro al cosiddetto destino, e soprattutto la vita cos’è?

“Non è che vada molto meglio, vivo solo in una prigione più grande”