LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

lunedì 2 marzo 2009

PERSONAGGIO # 39: RANDALL PATRICK MCMURPHY.


Nome: Randall Patrick Mcmurphy.

Interpretato da: Jack Nicholson

Film in cui è apparso: Qualcuno volò sul nido del cuculo(1975).

Citazione più rappresentativa: “Cinque combattimenti, eh? Rocky Marciano ne ha fatti quaranta ed è diventato miliardario"

Scena più rappresentativa: Quando Randall sfida l’infermiera Ratched nel vedere la patita di pallone in tv.

Box Office(USA): 112 M$.

Awards: Best Actor: Academy Awards.

Qualcuno volò sul nido del cuculo è un film di Miloš Forman, che ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici.

Uscito nel 1975, il film è tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli Editore. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del «Veterans Administration Hospital» di Palo Alto, in California.

Il film denuncia in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso cui vige un atteggiamento discriminatorio alimentato dalla paura dell'aggressività dell'alienato mentale.

La psichiatria è un tema che ha influenzato spesso la storia del cinema (basti ricordare Frances, La seconda ombra, Hans, Cade il cielo, La partita infinita). La tecnica cinematografica, fatta solo di immagini, riesce bene a rappresentare direttamente molteplici aspetti della psiche umana.

La domanda di fondo che il film suscita riguarda l'esistenza di una base certa che funga da parametro nello stabilire la linea di demarcazione che separa il mondo della normalità da quello della follia. Nel film, la pazzia è vista come un "non luogo", come un qualcosa che il protagonista ha dentro di sé e vuole portar fuori, quasi a voler dire che in fondo una certa dose di pazzia è insita in ogni uomo, anche in chi non viene ricoverato in manicomio.

Emerge quindi una visione relativista del concetto di follia, tanto che durante il film può nascere il dubbio se nel manicomio i veri malati siano proprio i pazienti, e non gli infermieri e i medici che li curano e che hanno anche loro i propri problemi psicologici, più o meno visibili. Si crea quindi un contesto in cui l'idea di normalità perde notevolmente significato.

Il film ha ricevuto cinque premi Oscar tutti assieme, cosa che non succedeva da 40 anni. Premio Oscar per il miglior film dell'anno, per il miglior regista, a Milos Forman, per il miglior attore protagonista a Jack Nicholson, che ha interpretato McMurphy, per la miglior attrice protagonista, a Louise Fletcher, che ha interpretato la Caposala Ratched, e per la sceneggiatura. La pellicola ha continuato a vincere un totale di ventotto premi. La pellicola ha ricevuto recensioni miste dai critici. Roger Ebert (che vincerà successivamente il premio Pulitzer) ha sostenuto che "Qualcuno volò sul nido del cuculo" è una pellicola così buona in tante sue parti che c'è la tentazione di perdonarla quando va male, cioè nei momenti in cui insiste sul fare più grandi certi punti di quel che la storia realmente dovrebbe trasmettere, di modo che alla fine le qualità umane dei personaggi si perdono nel significato dell'insieme. Malgrado ciò ci sono dei momenti di luminosità (Roger Ebert review, "Chicago Sun-Times," January 1, 1975.). Ebert successivamente metterà la pellicola sulla sua "lista di grandi film", (Roger Ebert review, Chicago Sun-Times, February 2, 2003). Attualmente, la pellicola è considerata come uno dei migliori film americani ed è al 33° posto sulla lista dell'Istituto Americano dei Film; l'infermiera Ratched è al 5° posto sulla lista dei 50 grandi furfanti e il film si pone all' posto nell'Internet Movie Database.

Nel 1993 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Dal 1975 al 1987, per dodici anni, la pellicola è stata proiettata nei cinematografi svedesi, ottenendo un ulteriore record.

Malgrado il film sia per la maggior parte svolto nel dormitorio/soggiorno di un reparto psichiatrico, vengono dibattuti temi universali e fondamentali della vita, come la contestazione, i diritti dell'individuo, la violenza sessuale sui minori i Nativi Americani, le intolleranze etnico culturali, la letteratura americana, il disagio psichico, la follia, l'handicap e la malattia mentale in rapporto con la società.

La gita di pesca nella Baia Depoe (Oregon), è stata aggiunta alla fine e inserita a metà, forse per interrompere la ripetitività della descrizione delle sedute di psicoterapia di gruppo. Malgrado il rischio di essere noiose, queste sedute di psicoterapia non sono monotone. Ogni componente viene descritto e rappresentato con molto realismo e i personaggi sono fedeli al loro stato di malattia in ogni momento. La conduttrice delle sedute di psicoterapia di gruppo, la Signora Ratched, esprime lei stessa la propria sofferenza psichica, cercando di prendere le distanze dalla malattia mentale, che pretende di chiarificare, sforzandosi di inquadrarla in un insieme di rigide regole, come se la malattia psichiatrica si potesse curare con un insieme di imposizioni. Così,la Signora Ratched finisce per usare in modo autoritario la sua funzione terapeutica, rendendosi antipatica e disumana. Le fa da contraltare un paziente McMurphy, abituato a infischiarsene di qualsiasi regola.
Ci viene presentato un ospedale psichiatrico modello, con campo di basket e piscina, una sala per l'idromassaggio, adiacente al dormitorio. Gli ammalati sono suddivisi per gravità di malattia, per cui i meno gravi non devono sopportare la malattia dei più gravi. Gli ammalati meno gravi, sono relativamente liberi e vengono condotti in città con l'autobus. I medici si vedono poco, ci vengono mostrati solo nei propri studi a dare disparati giudizi sulla salute mentale e sulla pericolosità di McMurphy. Ci viene mostrata una seduta di terapia della malattia mentale grave negli anni '50, l'elettroshock.

Molti critici hanno visto nella novella da cui è stato tratto il film una metafora della vita che anticipa il 1968, l'anno della contestazione giovanile. Il Signor McMurphy e la Signora Ratched sarebbero le due facce della stessa medaglia, come McMurphy rappresenta lo scontro violento contro l'autorità, così Ratched rappresenta quell'autorità al potere che non si può scalzare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ragazzi ma dove siete finiti tutti? locke e mathilda non ci siete piu?

questo è un personaggio favoloso anche se molto triste visto la sua fine!

sono contento per queste ultime posizioni perchè sono personaggi che meritano secondo me!

the Tramp ha detto...

Un immenso Jack per un grandissimo film: tra l'altro nel cast ci sono due giovanissimi Danny De Vito e Christopher Lloyd.Ciao a tutti.

Anonimo ha detto...

Dire che amo questo film è poco. E' un capolavoro.