LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

venerdì 15 febbraio 2008

The fountain - L'albero della vita (Film #21)

L'albero della vita - The fountain

Anno: 2006

Regia: Darren Aronofsky

Attori principali: Hugh Jackman, Rachel Weisz, Ellen Burstyn, Mark Margolis, Donna Murphy


Dal punto di vista della regia non c'è molto da dire, Aronofsky è una sicurezza. Belli gli effetti speciali anche se non si tratta di un film di azione, la fotografia curata da Mathew Libatique, e la musica di Clint Mansell.


In breve la storia tratta di un uomo (Hugh Jackman), di professione ricercatore medico, la cui giovane moglie (Rachel Weisz) è malata di cancro al cervello. Nel disperato tentativo di trovare una cura, il marito si dedica pienamente alla ricerca di un nuovo farmaco. La moglie nel frattempo scrive un libro che racconta la storia di un conquistador (hugh Jackman) incaricato dalla regina di Spagna (Rachel Weisz), assediata da un inquisitore assetato di potere, di partire alla ricerca di un albero che secondo le leggende Maya sarebbe l'albero della vita, che venne nascosto da dio dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden.


Le due storie vengono quindi raccontate in parallelo nel film, ma sia per la scelta di utilizzare gli stessi attori, sia per i significati che si colgono, queste due vicende seguono lo stesso percorso, e rispecchiano la stessa realtà.

Una terza Storia si intreccia con queste due: quella di un astronauta che viaggiando verso una nebulosa di nome Xibalba, spera di raggiungere la vita eterna.


Questo film solleva un primo quesito che personalmente ho trovato palese, ovvero, se sia più importante cercare disperatamente un rimedio ad una situazione che essenzialmente non riusciamo a controllare, oppure stare vicino alla persona che si ama e passare insieme gli ultimi istanti di felicità. Si possono sicuramente riscontrare sentimenti di frustrazione e rimpianto per quello che il protagonista ha cercato di fare. Lui cerca di un modo per salvare la moglie ma allo stesso tempo cerca di starle il più vicino possibile. Fors
e sul finale si lascia intendere che una delle due soluzioni sarebbe stata la migliore da seguire.

Un altra questione sollevata è quella secondo la quale raggiungendo la consapevolezza di aver vissuto quello per cui vale la pena vivere, questa stessa consapevolezza ci fa accettare la morte con più serenità.

Infine, per quanto mi riguarda, l'ultimo aspetto da analizzare attraverso una metafora: "[...] è una nebulosa che avvolge una stella morente. [...] Un giorno, molto presto esploderà, dando alla luce nuove stelle."


L’approccio filosofico alla morte è dunque il tema principale di questo film. Il regista riesce secondo me a rappresentare bene e in modo originale questo tema, senza scadere nella banalità. C’è da dire inoltre che la rassegnazione e la consapevolezza della morte vengono accettate per mezzo di una fede, una credenza, qualunque essa sia.


Ritroviamo due attori di “Requem for a dream”, Ellen Burstyn (che invece di invecchiare sembra ringiovanita) e Mark Margolis. Molto bravi anche i due attori principali, che vestono i panni di tre personaggi diversi.

Nessun commento: