LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

domenica 11 novembre 2007

Amici Miei

Amici miei è un film del 1975 (e al quale faranno seguito altri due film), ambientato a Firenze. Quattro amici, il Perozzi (Philippe Noiret), il Mascetti (Ugo Tognazzi), il Melandri (Gastone moschin) e il Necchi (Duilio del Prete), sono quattro persone alle quali piace la vita e la vivono in modo spensierato. In un susseguirsi di scene esilaranti, i quattro compiono ogni genere di "zingarata". L'amicizia che li lega è molto schietta: scherzano insieme, si prendono in giro (anche pesantemente), litigano, ma alla fine tutto torna come prima. La zingarata è quindi solo un modo per sdrammatizzare le loro vite e le loro difficoltà. Il Mascetti è uno di famiglia nobile (da Amici Miei atto II: "Si, sono un disgraziato. Ma non me ne frega niente, va bene? C'ho 55 anni, la volete capire che la vita è una sola! Una sola, lo capite si o no! E non ritorna un'altra volta. Per un mese ho vissuto come ai bei tempi, quando i conti Mascetti andavano fuori con chauffeur, maggiordomo, e un orso bruno al guinzaglio!"), caduto in disgrazia dopo aver sperperato tutto il suo patrimonio e quelo della moglie. Il Perozzi invece, è giornalista alla Nazione, annoiato della sua vita e della famiglia (soprattutto del figlio: "Quando penso alla carne della mia carne, chissà perché divento subito vegetariano"). Il necchi è un "bottegaio", gestore di un bar, senza molte distrazioni. Infine il Melandri, geometra al comune, tipico impiegato fiero della sua posizione, ma che in quell'epoca già andava perdendo la sua connotazione di posto di lavoro degno di rispetto. Nel corso del film si aggiunge anche il professor Sassaroli, noto primario d'ospedale, anche lui perso nella routine del suo lavoro. La comicità in questo film si mescola alla tristezza delle difficoltà della vita, le amarezze di un periodo in cui il boom economico del dopoguerra è finito, e la decadenza della società avanza rapidamente. Infatti, nonostante l'atmosfera spensierata del film, non lascia vie di fuga reali ai personaggi. Si capisce infatti che sono rassegnati alla loro condizione, e solo scherzandoci sopra sono in grado di far fronte alle difficoltà e ad andare avanti. Questo tipo di concezione si nota anche in altri film dello stesso periodo, come quelli di Fantozzi, stereotipo dell'impiegato senza possibilità di ascesa sociale. Al dilà dell'aspetto esteriore del film, il messaggio più profondo passa appunto utilizzando la tecnica della contrapposizione tra comicità e tragicità degli eventi. Nonostante a molti non piacciano i due seguiti che sono stati fatti, rimane invariato il messaggio di fondo, forse ancora più amaro e tragico nel secondo episodio.


Famosissime le “supercazzole”:


Scena col vigile:

Mascetti: Tarapia tapioco. Brematurata alla supercazzola o scherziamo!
Vigile: Prego?
Mascetti: No, mi permetta. No, io… eh scusi noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina… come antifurto, per esempio.
Vigile: Ma quale antifurto, mi faccia il piacere! Questi signori qui, stavano suonando loro. Non si intrometta!
Mascetti: No, aspetti, mi porga l'indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi; lo vede il dito? Lo vede che stuzzica, che brematura anche. Ma allora io le potrei dire anche per il rispetto per l'autorità che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce?
Vigile: Vicesindaco? Basta così, mi seguano al commissariato!!!
Perozzi: No, no, no; attenzione! No, attenzione antani secondo l'articolo 12 abbia pazienza, sennò, posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura…
Mascetti: …senza contare che la supercazzola brematurata, ha perso i contatti col tarapia tapioco.
Perozzi: Dopo…


Scena col Sassaroli prima che entrasse a far parte del gruppo:

Mascetti: Eeeh, professore… non le dico, antani, come trazione per due anche se fosse supercazzola bitumata, ha lo scappellamento a destra.


Scena al capezzale del Perozzi:

Prete: Dimmi figliolo…
Perozzi: Sbiriguda veniale, la supercazzola prematurata…
Prete: Come figliolo?
Perozzi: Come fosse antani, con scappellamento a destra. Ostantinato a malliti.
Prete: Quante volte figliolo
Perozzi: Fifty fifty come fosse mea culpa, alla supercazzola...
Prete: io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del padre, del figliolo…


Se siete giù di morale, guardatevi questo film!

3 commenti:

Neil McCauley ha detto...

ma anche se non siete giu di morale ve lo consiglio

rappresenta proprio il disincanto degli anni 70 e l'inizio di 1 nuova epoca per tutti.

una commedia amara e nostalgica.

un capolavoro assoluto.

memorabili le varie zingarate, scene da morire dal ridere.

complimenti per la recensione skripach oramai stiamo diventando proprio dei professionisti :)

Skripach ha detto...

Ho aggiunto l'intervista a Tarkovskij su youtube. L'indirizzo è questo: http://www.youtube.com/watch?v=Ma3Mev3KQrA
Ciao

Anonimo ha detto...

grande skripach per questa recensione!

amici miei è sicuramente uno dei film piu belli della storia del cinema italiano.

le zingarate sono come dice Neil memorabili!

tutti e 5 i personaggi sono dei falliti dei disadattati o cmq delle persone scontente della propria esistenza vuoi per un motivo o per un altro pero hanno una dignità secondo me unica.

la fine poi è immensamente triste totalmente in contrasto con i finali di quei anni sempre positivi e buonisti!

se non si rimane solo alle zingarate che sono da contorno al messaggio del film, ci si rende conto che è un film vero, veritiero sulla condizione umana e su come questi personaggi tentano di rimandare la loro età adulta con i relativi problemi le ansie le paure rimanendo giovani e bambini.

un classico lo consiglio davvero a tutti!

grande skripach per la recensione:)