LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

domenica 4 gennaio 2009

la samaritana - samaria (2004)

Terzo film di Ki Duk, pensai, il primo è stato un superconcentrato di immagini, una sola scena è unica per tutto il film....inconcepibile per gli occidentali, il secondo ha un dialogo ridottissimo, la storia è pazzesca..e il finale ancor di più, cosa potevo aspettarmi dal fatidico terzo film??

ebbene eccomi di fronte una storia non troppo assurda, situazione comunissima a livello internazionale..ciò che colpisce però non è la trama, ma i sentimenti e le emozioni che il nostro ormai amatissimo Ki Duk (per lo meno il mio...) trasmette...

è il modo in cui racconta gli avvenimenti che mi lascia sempre stupefatta...due ragazze, una, vasumitra è completamente fuori di testa, si prostituisce per soldi (come è normale che sia), ma lei ci prova uno strano gusto..come le fa notare anche l'amica....ed il suo diletto è talmente grande in questa pratica che finisce per trovarsi in un pasticcio colossale....yeo-jin che l'accompagna, inizialmente è una persona assennata, se così si può definire, ma certo è che la pazzia di vasumitra la contagia!

Un solo evento, un parola omessa o di troppo a volte possono molto cambiare la vita di una persona, o meglio, indirizzarla enormemente....



La samaritana è un film che ricorda in alcuni tratti il film coreano Mr. Vendetta, che tutti i lettori più assidui conosceranno sicuramente, se non altro per la mia recensione in questo blog; principalmente il meccanismo per cui da un evento scaturisce il disastro che prosegue per tutta la storia (ovviamente Mr. Vendetta il disastro è all'ennesima potenza!)... se in ferro 3 ho fatto un certo tipo di discorso, qui nella samaritana si vede ancor di più!

Yeo- jin cambia radicalmente il suo comportamento...accetta azioni che prima considerava riprovevoli, e soprattutto per non dimenticare, per non soffrire, cerca con i suoi mezzi di non far sparire vasumitra...saluta dalla finestra, ricerca i vecchi clienti di vasumitra, si sforza considerevolmente di essere sorridente e di divertirsi in ciò che fa.

Altro punto di contatto con Mr vendetta sembra essere l'ambientazione......c'è un paesaggio che ne riporta alla mente uno particolarmente importante nel film di Park...si vede che il posto non è lo stesso, ma le sensazioni che si provano sono estremamente simili, ad esempio l'angoscia, il timore di un assassinio a breve, di qualcosa di spiacevole che sta per accadere.

Per un tempo indeterminato, Ki Duk è in grado di fare avere allo spettatore una sensazione, una specie di previsione di quanto sta per accadere, in qualsiasi occasione sembra che il padre di Yeo-jin la stia per uccidere, e più in là ci si renderà conto di quanto possa discostarsi o meno la storia dalle nostre supposizioni.

La Samaritana.....per chi ha un minimo di confidenza con la religione cristiana ha sicuramente idea di quale sia il significato di tale figura, e per chi non lo sa, gli consiglio vivamente di andarci a buttare un occhio da qualche parte su internet, se è interessato a capire davvero questo film!

Yeo-jin è l'indubbia samaritana di questa storia....lei fa tutto quanto in suo potere per adempiere questo ruolo: dopo la morte di vasumitra, Yeo-jin prende il suo ruolo, e successivamente starà accanto al padre prendendosene cura.



Innamorarsi non sempre è così bello, spesso i calci in faccia che si ricevono sono più dolorosi di una coltellata nel petto specie se la persona di cui ci si innamora non è quella giusta!

Vasumitra sembra essere la giusta compagna con una stupenda affinità e dei sogni da condividere....ma molte volte ci si rende conto che l'amore è ingiusto e non è contraccambiato a sufficienza!

Yeo-jin per non perdere il ricordo dell'amica, come se volesse tentare di mantenerla ancora in vita, come se non volesse farla scomparire , in qualche modo tenta di permettere a qualcuno di ricordarla, ad esempio quando si presenta ai clienti lei stessa, o anche il solo fatto di ricercare tutti i contatti di vasumitra, mentre mi viene facile pensare che al suo posto qualsiasi altra ragazza se ne sarebbe lavata le mani e avrebbe definitivamente chiuso qualsiasi rapporto che la manteneva legata ad un morto, lei invece cerca di fare qualcosa che la faccia sentire più vicina.....

Il padre di lei diventa il protagonista....inizia un periodo di grossa angoscia per lui,e non si comprende bene quale sia il sentimento predominante verso Yeo-jin, non sembra disgusto, bensì rabbia perché non riesce a capire cosa la spinge a tanto...nonostante questa sua momentanea avversione Yeo-jin non sembra cambiare il suo comportamento da samaritana, bensì ogni qual volta il padre abbia avuto bisogno di qualcosa, anche la più insignificante, lei c'era, Yeo-jin non lo abbandona, è con lui e sente sempre quando deve fare qualcosa per aiutarlo, se ne prende cura come se in quel momento lui non riuscisse più a comunicare come un adulto, come se avesse perso la ragione e lei si ritrova paziente ad accudirlo.


Poi....scena pazzesca...ansia, ambiente tetro, quasi spettrale, yeo-jin inizia a rendersi conto della situazione a cui prima non aveva mai dato troppa attenzione...capisce l'attrito di suo padre verso di lei e inizia il suo momento di inquietudine..lo spettatore lo vive con lei, vive l'inquietudine che può provare qualcuno che bendato si trova all'interno di una gabbia con una grande tigre....magari si mette a dormire e neppure ti guarda, oppure ti fissa ti osserva, ti desidera, ti punta, ti attacca e ti sbrana...ma bendato non sai nulla finché non arriva il momento in cui senti il tuo braccio essere fatto a brandelli!



La tigre decide di mangiucchiare qualche erba lì attorno per stavolta....togli la benda e vedi che la tigre mansueta è diventata vegetariana e ad attaccarti non ci pensa neppure più.



Troisième film de Ki Duk, je pensais : le premier était un super concentré d’images, une seule unique scène pour tout le film…inconcevable pour les occidentaux, le second avait des dialogues réduits presque à néant, l’histoire était folle…et la fin encore plus, que pouvais je donc m’attendre de ce troisième film ?

Eh bien me voilà confrontée à une histoire pas trop absurde, à une situation commune à niveau international…ce qui frappe n’est pas l’histoire, mais les sentiments et les émotions que notre adoré Ki Duk (au moins pour moi) transmet…

La manière dont il raconte les événements me laisse stupéfaite…deux filles, une s’appelant vasimutra qui est complètement folle, se prostituant pour argent mais qui éprouve un gout étrange à le faire…comme le fait noter son amie…son amusement est si grand dans cette pratique qu’elle finit par se trouver dans une situation compliquée…yeo jin qui l’accompagne est initialement une personne tranquille et raisonnable, mais la folie de vasimutra finit par la contager !

Un seul évènement, un mot omis ou de trop peuvent changer la vie d’une personne, ou mieux, l’adresser énormément…



Samaria est un film qui rappelle dans certains traits le film coréen Mr Vendetta, que tous les lecteurs les plus fidèles connaissent surement, vu ma recension sur ce blog :

Principalement dans le mécanisme de désastre causé par un simple évènement(évidemment dans Mr Vendetta le désastre est bien majeur !)…si en ferro 3 j’avais fais un certain type de discours, ici dans Samaria on peut le noter ultérieurement !

Yeo jin change radicalement son comportement…elle accepte des actions qu’avant elles considéraient déplorables et surtout pour ne pas oublier, pour ne pas souffrir, elle cherche avec tous ses moyens de ne pas faire disparaitre vasimutra…elle fait coucou de la fenêtre ou elle tente d’être souriante et de s’amuser dans ce qu’elle fait.

Autre point de vu de contact avec Mr Vendetta est l’ambiance…il y a un paysage qui nous rappelle à un lieu extrêmement important dans le film de Park…on note que le lieu n’est pas le même, mais les sensations que nous éprouvons le sont, comme par exemple l’angoisse, la crainte de l’arrivée d’un homicide, nous savons que quelque chose de négatif est entrain d’exploser.

Pour une période indéterminée Ki Duk est capable de faire éprouver au spectateur une sensation, une espèce de prévision de ce qui est en train d’arriver, dans toutes les occasions nous pensons que le père de Yeo jin va la tuer, et plus en avant nous comprenons comme l’histoire peut être différente de nos suppositions.

Samaria…qui possède un minimum de culture de la religion chrétienne connait surement le symbole de cette figure, qui au contraire ne le sait pas je lui conseille vivement d’aller jeter un coup d’œil quelque part sur internet pour comprendre au mieux le film ! Yeo jin est sans aucun doute la samaritaine de cette histoire…elle fait tout pour exercer ce rôle : après la mort de vasimutra elle prend sa place, et successivement elle restera aux cotés de son père pour s’en occuper.

Etre amoureux n’est pas si beau, souvent les coups de pieds à la figure que nous recevons sont plus douloureux qu’un couteau surtout si la personne qu’on aime n’est pas la bonne !

Vasimutra semble être la juste compagne avec une splendide affinité et des rêves à partager…mais beaucoup de fois on se rend compte comme l’amour soit injuste !

Yeo jin pour ne pas perdre le souvenir de son amie, comme si elle voulait la maintenir encore en vie et ne pas la faire disparaitre, essaye de la rappeler aux personnes, par exemple lorsque elle se présente elle-même aux clients, ou lorsque elle recherche tous les contactes de vasimutra ; il est facile d’imaginer que quiconque à sa place aurait essayé de l’oublier et de se refaire une vie, mais elle au contraire elle se comporte afin de la sentir proche.

Son père devient le protagoniste…il souffre et on arrive pas à cerner en lui quel est le sentiment dominant envers yeo jin, surement pas mépris mais rage car il n’arrive pas à comprendre pourquoi elle agit de cette façon…malgré cette temporaire aversion yeo jin ne semple pas changer son comportement de samaritaine, au contraire chaque fois que son père a besoin de quelque chose, même insignifiante, elle est là à ses cotés, elle ne l’abandonne pas, elle s’occupe de lui comme si son père était un enfant ou un patient qui n’arrive plus à communiquer comme un adulte.



Puis arrive la scène incroyable..anxiété, atmosphères sombres, yeo-jin commence à se rendre compte de la situation dont elle ne s’était jamais préoccupée…elle comprend la haine de son père envers elle et commence ainsi son moment d’angoisse…le spectateur vit avec elle, vit l’angoisse que quelqu'un avec un bandeau pour ne pas voir peut éprouver dans la cage d’un tigre …peut être le tigre s’endort et ne te prête pas beaucoup d’attention, ou au contraire il te fixe te désire, t’attaque et te mange…mais avec le bandeau tu ne peux rien savoir jusqu’à quand tu ne sens pas ton bras dans sa mâchoire !

Le tigre décide de manger des herbes là à son coté pour une fois…tu lèves ton bandeau et tu observe comme le tigre féroce est devenu végétarien et ne pense même plus à t’attaquer.


13 commenti:

Anonimo ha detto...

Eccomi qui ci avevo preso riguardo al tuo prossimo film di Kim Ki Duk:)

Splendida recensione come sempre Mathilda!

A me è piaciuto molto perchè anche questa volta Kim Ki Duk si mette in discussione offrendo un film particolare. Certo come dici tu la storia è banale ma la maniera in cui è raccontata non lo è di certo!
Spiazzante come al solito, Kim ki duk ci mostra la sua visione delle cose, atttraverso simbolismi e particolari anche crudi.
Il messaggio l'ho inteso cosi: visto che ognuno di noi ha una strada da seguire, ma se lasciato senza una guida, finiamo presto, per sbandare e impantanarci. La samaritana perde presto la bussola della sua esistenza, e le ci vorrà non poco per rimettersi in carreggiata. Neanche i sassi gialli posizionati con pazienza dal padre l’hanno aiutata.
La storia pero della prostituzione mi è sembrato un pretesto; il film fa intendere come di un argomento importante come il sesso (ma pure altri!), ci sono molti "sguardi", molti modi di intendere, di vivere. La samaritana sembra porci delle domande. Il padre, che ha il ruolo di insegnare, di educare, è un uomo come tanti? Nessuno dà la patente di "educatore" e il suo è un punto di vista ha il valore di tutti gli altri? La moralità è solo un punto di vista da prendere alla leggera o da prendere sul serio? Comunque, chi ci fa da guida, chi ci educa, un giorno non ci sarà più. Saremo soli a rimboccarci le maniche e a rispondere a queste domande.
Ho sentito un senso di “vuoto", come una vertigine non saprei spiegartelo, ma il finale è bellissimo secondo me perchè lasciato volutamente irrisolto. Kim Ki-duk ci dà l’esatta dimensione della solitudine.

Oramai non te lo chiedo nemmeno più se posso "prendere" le tue foto, sempre splendide sopratutto la prima!

Anonimo ha detto...

J'ai trouvé ce film magnifique à tous les niveaux. La réalisation est excellente et les images combinées à la musique nous remplissent immédiatement d'émotion. C'est donc une alternance de beauté et de violence divisée en trois chapitres qui résume le mieux ce film. Meme si tu as bien dit concernant le scénario très simple Ki Duk nous offre un film fort sur la culpabilité, la vengeance, l'amitié et la rédemption. Certaines scènes sont vraiment magnifiques car révélatrices des intentions des personnages principaux: le suicide du client humilié devant sa famille, le meurtre sanglant du client dans les toilettes, la mort accidentelle de la jeune fille qui voulait juste échapper à la police (Synonime d'une liberté enlevée), les actions de la survivante (La "Samaria") envers les anciens clients à cause de se culpabilité. En bref, la mise en scène de Ki-duk montre mais ne juge pas et se concentre majoritairement sur les actions des personnages principaux ou non (On oublira jamais la séquence avec le musicien). Même si la final est assez spécial, il n'en reste pas moins un moment très émouvant.
Samaria mêle initiation, culpabilité, amour et rédemption avec beaucoup de finesse. Il n'y a pas de message explicite ni de morale, le réalisateur film ejoliment une histoire triste et tragique, parfois très violente. Un film qui traite de la frontière trouble entre le bien et le mal, et qui le fait avec beaucoup de d'humanité et sans jamais donner de leçon. Superbe.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace interpretare sempre il ruolo di Bastian Contrario ma anche qui non posso esimermi nel pronunciare parole didattiche e didascaliche.
Il film è un enorme delusione; senza capo né coda, scritto male, i dialoghi sono pessimi e ignobili, tentano di essere profondi quando sono asciutti come pesci di porto, se non fosse l'eccellente interpretazione del padre della protagonista, sarebbe da bocciare in toto. All'inizio pensavo a uno scherzo, tanto è mal recitato e mi dicevo che è solo un problema di traduzione. Eppure molti sono rimasti entusiasti, a me non è piaciuto per nulla. Ma è risaputo che alla critica occidentale (europea soprattutto) il cinema orientale contemporaneo fa impazzire, bastano poche parole, assenza di musica e qualche candido colore che tutti osannano. Come si suol dire: "L'amore è cieco"

Anonimo ha detto...

Ripasso al volo!

Non so come ringraziarti delle splendide foto che mi hai mandato! Sono tutte eccessivamente belle pero se proprio devo scegliere( anche per me è difficile farlo non solo per te e il gioco dei cocomeri:) ) opterei per la prima di Ferro 3 consona allo spirito e al messaggio finale del film, apre le ali come se fosse un uccello e la prima di primavera dove sono entrambi sulla barca sorridenti e felici. Secondo me dovresti postarle e mostrarle a tutti perchè posseggono un qualcosa di magico!

La mia collezione si sta arrichendo:)

ancora grazie per il tuo pensiero e la tua disponibilità.

ps: il tuo film preferito di Ki Duk è Indirizzo Sconosciuto?

Anonimo ha detto...

Bénéficiant d'une réalisation très personnelle, autant que d'un regard à rebours des discours habituels sur la prostitution (du moins au début), ce film séduit de prime abord par sa maîtrise stupéfiante et son ton à l'étrange ambiguïté. La jeune lycéenne qui se voue corps et âme à l'assouvissement des désirs de ses clients, pensant les amener ainsi sur le chemin du bouddhisme, n'apparaît-elle pas comme la figure d'une moderne prostituée sacrée ? Mais ce serait oublier l'oppressante société coréenne, ses refoulements coupables et la violence qui trace pour les hommes un âpre chemin de croix, sillon mortifère d'une rédemption sanglante. Un basculement qui place cette œuvre dérangeante au cœur du malaise de la sexualité et de l'innocence bafouée. Sous des aspects percutants, Samaritan Girl ressemble souvent à une dénonciation, violente et en définitive assez banale, d'une société aux rapports pervertis.
"Samaria" tranche un peu dans ce que l'on connait de la riche filmographie de KIM Ki-Duk : il y flotte un esprit contemplatif plus japonais que coréen, et le jeune réalisateur surdoué semble plus profondément intéressé par les contradictions et les états d'âme de ses personnages que par les élégances stylistiques dont il est coutumier. Si l'on ajoute un étonnant "manque de clarté morale" de son propos - qui hérissera certains mais devrait finalement en ravir beaucoup -, on voit que l'on tient en "Samaria" un petit OVNI assez fascinant : le passage du centre de la narration (et du sujet du film) d'un personnage à l'autre permet à KIM Ki-Duk de confronter sans simplisme aucun trois points de vue "moraux" contradictoires, et finalement assez éclairants. On regrettera un tantinet l'enlisement final du film dans une apathie assez austère - mais totalement compréhensible -, après la remarquable chronique des dérèglements vengeurs du père, et l'insistance des paraboles religieuses, redondantes.

Anonimo ha detto...

devo ammettere la mia ignoranza non lo conosco proprio questo film!

pero le tue foto sono come al solito bellissime mathilda!

Anonimo ha detto...

non mi piacciono questi film!

Anonimo ha detto...

non avevamo dubbi nemmeno su questo taru taru^^

Anonimo ha detto...

Scusami se sono cosi diretto e franco ma ecco secondo me un film inutile. inutilmente lento, prolisso, divagante. dove il prestesto narrativo si perde nella pretenziosità del linguaggio filmico e dei suoi insopportabili ghirigori. i personaggi sono tagliati con l'ascia: non c'è scavo, non c'è approfondimento. la giovane prostituta è solo una minus habens, quale si mostra? la sua amica è una santa incompresa (come vorrebbero suggerirci gli insistenti riferimenti al miracolo) o un'adolescente infelice e sprovveduta? il padre poliziotto è davvero così radicalmente incapace di comunicare da dover schiaffeggiare o uccidere chiunque (in una sequenza così prevedibile e improbabile da risultare ridicola, in un fastidioso crescendo moralizzatore)? persino i suicidi non assumono alcuno spessore drammatico, perché non sono uniti dal filo di un racconto ma restano tracce disseminate più o m meno casulamente, in un limbo di rabbia, tristezza, desolazione. nel finale, per mere motivazioni fotografiche, il film sembra trovare un qualche lirismo e un suo senso più manifesto ma è forse ora di ammettere che la suggestione delle immagini e una certa visionarietà non sono sempre elementi sufficienti per celebrare questo, forse un po' sopravvalutato, cinema del sol levante.

Anonimo ha detto...

Sto leggendo delle critiche vergognose nei confronti di questo capolavoro! Se non sapete capire i film orientali semplicemente statene alla larga! Questa cosi bella recensione non merita alcuni commenti! Precisato questo a mio parere è un film toccante perchè esprime il vero della realtà. Un film preciso, lo spettatore si sente senza alibi. La durezza di una realtà così poi non tanto lontana è raccontata ed illustrata in modo pulito e curato. E' più di un film, è l'espressione della verità nel torbido mondo del vizio. Scenograficamente semplice e perfetto, lascia un senso di ribollìo interiore, illuminando l'anima di speranza. Il finale è per mio conto tanto spiazzante quanto geniale, così da rimanere a bocca aperta anche dopo lo scorrere dei titoli di coda. Un finale che il regista ha voluto che rimanesse per tutti soggetivo. Psichico, intenso e perfetto: è come sempre Kim Ki Duk.

Anonimo ha detto...

Sono tornato dalle vacanze e trovo che queste recensioni fatte (sempre bene) attirano molti lettori. Io come Xero e come detto altre volte nn conosco questi film e spero di farmi presto una cultura su di loro

mathilda ha detto...

coucou juliette!
je viens de commencer la première leçon de français avec neil!

Il m'a fait lire la présentation d'une famille française.. vu que sur certains dictongues parfois je me trompe, il a choisi un nom absurde:
dourunreipin!!... c'est terrible!

nous avons après étudier l'alphabet, la prononciation des dictongues , et les verbes etre et avoir!

tu as de la chance que tu as reçu de si beaux cadeaux... j'ai reçu peu de choses interéssantes...sauf 2 dvd de yimou c'est neil qui me les a offert.

salut tout le monde

Anonimo ha detto...

Ciao! Io lo vidi un paio di anni fa (o un pò di più) al cinema durante una rassegna cinematografica. Ho letto la tua recensione ora, molto dettagliata e precisa, e ho rivissuto in parte tutto il film nella mente e mi è sembrato più bello di quanto mi sembrò all'epoca!!!
E' sicuramente un modo di fare cinema bizzarro e lontano dalle mie preferenze ma aveva un suo perchè ... che oggi tu mi hai fatto rivivere!
grazie!
ciaoooo!