LA PUBBLICITA' CI FA INSEGUIRE LE AUTO E I VESTITI, FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO.
(Tyler Durden)

Citazione del mese:

"Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città. Scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica, e sperperavo le vincite la settimana dopo oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli alibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente quando eri in bolletta andavo a rubare un altro po' di grana, noi gestivamo tutto; pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fetuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi."

("Quei bravi ragazzi")

sabato 4 aprile 2009

La trilogia della Mala - Milano Calibro 9


Cast:
Gastone Moschin: Ugo Piazza
Barbara Bouchet: Nelly Bordon
Mario Adorf: Rocco Musco
Frank Wolff: commissario di polizia
Luigi Pistilli: Mercuri
Ivo Garrani: Don Vincenzo
Philippe Leroy: Chino
Lionel Stander: l'Americano


Con questo film, tratto dall'omonimo libro di Giorgio Scerbanenco, ha inizio la trilogia della Mala di Fernando Di Leo. Film del 1972, questo "polizziottesco" (denominazione dispregiativa per quell'epoca) ha riacquistato di recente la sua posizione tra i film cult, tanto che anche Quentin Tarantino lo ha omaggiato riprendendo una delle scene iniziali nel suo film "Le Iene".
L'incipit colpisce subito per la sua spietata violenza: uno scambio di valuta clandestino che non va a buon fine e la caccia al traditore ha inizio.
Ugo Piazza (Gastone Moschin) esce dopo tre anni di galera a San Vittore e subito viene intercettato dagli scagnozzi dell'Americano, destinatario del pacco contenente i trecento mila dollari spariti. Piazza è l'unico sospettato di aver scambiato il pacco e di aver nascosto i soldi. Per controllarlo meglio, l'Americano decide di riprenderlo con se nella sua banda, ma Piazza accetta solo per poter incastrare il vero traditore. Ma le apparenze ingannano, e i colpi di scena non sono pochi in questo film che fino all'ultimo sembra procedere in maniera lineare e chiara.
Durante il film, alcuni discorsi tra il commissario e il suo vice, ci riportano al dibattito sulle carceri di quei tempi e mostrano due modi di pensare completamente opposti. Sono alcune riflessioni sulla società che in quel periodo stava cambiando molto, come anche quella del padrino: " Se continua così, vedrai che fanno l'antimafia pure pe' Milano! [...] La chiamano mafia, ma oggi sono...sono bande. Bande in lotta e concorrenza fra di loro. La vera mafia non esiste più"
Parliamo adesso un po della colonna sonora, o meglio del "commento musicale" come si legge nei titoli di testa (per ché effettivamente la musica in questo film ha un ruolo davvero di primo piano). Bèh, c'è poco da dire, è di Luis Bacalov e di un gruppo rock progressive italiano che forse in pochi conoscono (me compreso): gli Osanna. La musica è davvero fantastica per chi apprezza il genere.
Milano calibro 9 è uno di quei film poco pubblicizzati (o per niente...) e che invece portano con sé grandi idee. I cosiddetti B-movies che riscoprono una seconda vita dopo decenni e vengono rivalutati dalla critica solo quando altri registi osannati da tutti ammettono di essersene ispirati largamente (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/11/28/di-leo-pulp-fiction-all-italiana-tarantino.html).
Nell'attesa del secondo post dedicato a "La mala ordina", secondo capitolo della trilogia, vi lascio con una delle ultime frasi del film: "Tu uno come Ugo Piazza non lo devi toccare! Di fronte a uno come Ugo Piazza il cappello ti devi levare!"

In questo video potete apprezzarne l'inizio e la musica!


5 commenti:

xero ha detto...

che bella recensione skripach! sopratutto che film interessante di cui non ne ero a conoscenza!

tentero di rimediarlo allora senza dubbio visto che anche tarantino ne è fan! ma questa trilogia sono 3 film distinti skripach o sono un seguito? i protagonisti sono sempre gli stessi!

il video della sequenza iniziale è fantastico, notate la macchina da presa come è ravicinata certe volte sembra di viverlo in prima persona! poi come hai detto tu raramente ho visto un film cosi crudo italiano.

una bellissima scoperta bravissimo skripach finalmente un po di cinema nostrano!

questo di leo è uno sconosciuto ma sembra meritare davvero! ha poi girato altri film oltre questa trilogia?

Skripach ha detto...

Xero, per la filmografia ti consiglio di fare un giretto sul suo sito: http://www.fernandodileo.it/.
Per quanto riguarda gli altri due film, con esattezza non posso dirti se sia un seguito perché non li ho ancora visti, ma presumo che siano film distinti, sia perché sono ambientati in altre città, sia perché gli attori cambiano (non tutti).
Sono contento che ti sia piaciuta la mia recensione, e spero che lo vedrai anche tu presto, cosi mi dirai le tue impressioni.
Ciao

Anonimo ha detto...

Un film che non ho mai visto, del quale ho sentito parlare fin troppo, anche per la colonna sonora. Ma 'sti film dove li trasmettono in tv?? Spero su IRIS...

Locke ha detto...

Credo di averlo visto qualche sera su rete 4 molto belli questi film di quegli anni peccato che le nostre tv fanno scelte abbastanza discutibili sui film da trasmettere!!!!

Skripach ha detto...

Purtroppo in tv a quanto ne so non li passano l'unica è trovare il dvd (cosa altrettanto difficile...)